L’onestà e l’intelligenza: i bravi maestri di scuola

di Antonio Errico

Il Censimento generale della popolazione e delle abitazioni del 4 novembre 1951, forniva i seguenti dati relativi all’analfabetismo in Italia: Piemonte 3%, Valle d’Aosta 3%, Liguria 4%, Lombardia 2%, Veneto 7%, Trentino-Alto Adige 1%, Friuli-Venezia Giulia 4%, Emilia-Romagna 8%, Toscana 11%, Marche 13%, Umbria 14%, Lazio 10%, Abruzzo-Molise 19%, Campania 23%, Puglia 24%, Basilicata 29%, Calabria 32%, Sicilia 24% e Sardegna 22%

Lui a scuola non era mai andato. Aveva seguito il padre a pascolare il gregge, tutti i giorni, da prima che si alzasse il sole a dopo ch’era tramontato. Poi era partito soldato, aveva fatto la guerra, era stato prigioniero. Dal campo di prigionia si faceva scrivere le lettere a casa da un compagno della baracca.  Una lettera al mese, che diceva così: Cari tutti, come state? Io qui sto benone. Mangiava bucce di patata, ma diceva io qui sto benone.  Ogni lettera con le stesse parole. Ogni volta si mortificava di dover chiedere il favore al compagno di baracca, uno di Toscana che aveva fatto la seconda elementare. Risposta mai nessuna. Non sapeva se  le sue lettere arrivassero ai cari tutti.

Questa voce è stata pubblicata in Scolastica e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *