Traduzioni 4. Da Theodor Storm

Nell’esilio (1839)

Altri mari, altri lidi –

da gran tempo dissoltisi spiagge e mari

all’intorno, fin dove si spinge la vista,

non conosco alcun luogo che sia mio.

Altre persone, altri cuori,

mai un saluto cordiale,

da gran tempo dissoltisi giochi e passatempi,

da gran tempo dissoltisi passatempi e baci.

Ma finito il giorno

(nel buio giacciono valli e alture)

mi porta pace la notte

mentre sorgono le stelle.

Esse guardano dalla loro azzurra lontananza

così intime verso di me! –

Dio e le sue luminose stelle

sono eterni: lì come qui.

***

La città (1852)

Sulla grigia spiaggia, sul grigio mare

(appartata) giace la città;

la nebbia grava sui tetti

e attraversando il silenzio rumoreggia il mare

(monotono) attorno alla città.

Non bisbigliano i boschi a maggio

né cantano incessanti gli uccelli;

con le sue dure grida solo l’anitra migrante

attraversa la notte autunnale –

sulla spiaggia si agita l’erba.

Tuttavia il mio cuore ti ama,

grigia città sul mare;

l’incanto della giovinezza

riposa sorridente su di te, su di te,

grigia città sul mare.

***

Spiaggia sul mare (1854)

Ora i gabbiani volano verso il mare

e irrompe il crepuscolo serale,

il brillio della sera si specchia

sulle conche d’acqua.

Grigi uccelli zampettano

accanto all’acqua,

simili a sogni giacciono le isole

nella nebbia sul mare.

Odo la musica segreta

del fango che fermenta,

il richiamo solitario degli uccelli –

è così da sempre.

Ancora una volta silenzioso rabbrividisce

e poi tace il vento;

si possono ascoltare le voci

sull’abisso.

***

Al tronco verticale della tua croce (1863)

O Gesù Cristo, ho appoggiato il mio capo dolorante

al tronco verticale della tua croce;

ma da te non è venuta né consolazione né forza.

Non avevi né moglie né figlio, eri

uomo soltanto a metà; il nucleo della nostra vita

l’hai provato solo a metà; quel che d’immane

su noi viventi il mondo accumula

non l’hai conosciuto; il tuo sacrificio

è stato soltanto a metà. – Saresti rimasto fedele

se avessero inchiodato tua moglie, tuo figlio alla croce?

Ci devi ancora una risposta. – Certo con gratitudine,

con amore ti guardo – – –

                                        Ma non sei in grado

di salvarmi. – Oppresso da solitarie pene

reclino il capo; allora  si posò caldo di vita

sul mio cuore un amatissimo peso;

– – – e appena esse si calmano

sento il cerchio della vita saldamente chiuso

uguale a una muraglia contro la morte e la menzogna.

Mi sento consolato. – Vieni, o amata,

dovremo essere i redentori di noi stessi.

***

Crucifixus (1865)

Dalla croce pendeva il suo corpo straziato,

sporco di sangue e oltraggiato;

poi la semprevergine pura natura

ne soffiò via la spaventosa immagine.

Ma quelli che si facevano chiamare suoi discepoli

lo scolpirono nel bronzo e nel marmo

e lo ficcarono nel buio del tempio

e nella luce delle campagne.

Così, un brivido per ogni occhio,

egli irrompe nel nostro tempo

eternando l’antico delitto,

immagine dell’irriconciliabile.

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