A chiare lettere. Un dialogo tra scienza e umanesimo. Carteggio Ferdinando Boero – Angelo Semeraro (14 febbraio 2006 – 14 febbraio 2008) 10.

C.A.? E come potresti non avere con lui dei buoni rapporti? Lui che ogni volta che t’incontra è una vasa-vasa; t’incensa e ti professa stima e apprezzamenti, poi però aspettati che ti spari alle spalle (come è successo per quella vicenda a cui non  vorrei più pensare di un dipartimento di scienzecom abortito). Si lamenta per scarse platee? Ma lui si muove sulle scie di navi che sono già passate. Vedi il recente convegno Memoria/Oblio, ad es. E’ un tema orecchiato da altri che (immodestamente) ne avevano già discusso e anche scritto a lungo. E lui lo sa, ma non ti invita alle sue cose. Così è stato pure per un precedente convegno sui giovani. Arriva un po’ più tardi, sui solchi già tracciati, ma poi è geniale, e  mi accorgo che siamo già nel tuo tema, del “normale” e “mostruoso” insieme, che a quanto pare invade e dilania gli spiriti più creativi (vedi l’altro caso a lui speculare: il C. mercuriale).

Ho piacere per le cose che mi dici di R.P., che conosco bene e ho avuto modo di seguire anch’io, vedendola crescere ogni anno di più. Mi fa un po’ piacere però che vi abbia fatto le pulci. Bella tribù la nostra. Forse per questo l’hanno immolata, o -se preferisci- si è coscientemente avviata in fila per due a un silenzioso suicidio.

Comunque, sursum corda! Alla prossima. Torno alle mie carte per un convegno cosentino che mi attende.

Angelo

***

14.11.07

Noto una sottile e malcelata ironia, caro Angelo, nel definire C.A. come un vasa vasa che, se non erro, è il soprannome del presidente della regione Sicilia, peraltro indagato per supporto esterno ad attività mafiose. E poi che domanda, la mia. L’ho conosciuto tramite te, che scemo a non ricordarlo. Solo che poi l’ho ritrovato all’ISUFI. Ricordo anche che durante un consiglio di corso di studio SC si domandò ad alta voce, dopo un suo intervento molto ispirato, con quale linguaggio si rivolgesse a sua madre! 

Capisco quel che dici, ma che vuoi, son cose che accadono. A me pare spesso di fare grandi pensate, poi ci penso e ci ripenso e mi accorgo che non sono poi così originali, e che magari mi sono state ispirate da una fugace lettura di qualcosa che in quel momento mi era parsa insignificante e che ha acquistato significato dopo, quando l’ho elaborata nel subconscio. Poi l’ho fatta mia e magari mi vanto di averla partorita. Mentre invece è una semplice rimasticazione. Quante volte mi è successo. Non me la sento di incolpare nessuno, a meno di non incolpare prima di tutto me stesso, di questo peccato. Purtroppo nessuno ha la possibilità di leggere tutto. E nessuno ha la possibilità di ricordare la fonte di tutto quel che ha letto. Per cui si ritrova sempre qualcosa di già detto anche nelle cose più originali, se capitano in mano a chi magari ha letto solo quel tipo di cose, e le ha molto familiari. Ma è un rischio che dobbiamo correre.

Io sono agli antipodi comunicativi rispetto a CA. Lui è aulico, io resto il figlio di un portuale genovese. Per quanto cerchi di mascherare la mia natura, questa prima o poi viene a galla. Ma proprio perché siamo agli antipodi mi sento molto stimolato dalla sua presenza e, paradossalmente, come gli opposti estremismi di tavianiana memoria, a volte anzi spesso ci incontriamo. 

Fammi sapere quando ci sarà un titolo, e magari coinvolgimi nel forum della discussione del prossimo numero. Mi piace davvero questa collaborazione, e vorrei che ci sentissimo e ci vedessimo di più

a presto

n.

***

20.01.08

Caro Nando,

non ti trovo nella lista degli aderenti all’appello dei colleghi della Sapienza. Non trovo nessuno di questo nostro ateneo che lo abbia fatto. Fallo almeno circolare, anche se non sei d’accordo,

cari saluti

a.

***

20.01.08

Caro Angelo,

io penso che i docenti di Roma siano stati dei fessacchiotti. Sono la prima tessera dell’UAAR a Lecce (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) e non devo difendermi da accuse di clericalismo. Ogni anno faccio il Darwin Day con l’UAAR, da questo punto di vista ritengo di non dovermi costruire una verginità. I docenti romani hanno trovato scuse tipo: la prolusione la deve fare un professore dell’università che inaugura, e cosette del genere. Ma questo significa spararsi nei coglioni mentre si sta per tirar fuori la pistola che si teneva nella cintura! Ma come si fa a non capire che posizioni del genere portano acqua al mulino di chi cerca di imporre i diktat papali? Un conto è essere pro o contro l’ingerenza della religione nella vita di tutti i giorni, un conto è capire che, pur con le migliori intenzioni, quei fessacchiotti hanno creato un martire della libertà che, poveretto, è stato messo in condizione di non poter parlare. Come si fa a non capire? E, dato che l’ho fatto, mi sono incazzato a vedere i reduci del sessantotto. Quarant’anni fa quelle cose andavano fatte. E ricordo ancora i tre squilli di tromba e le cariche della polizia. Ma rifarle ora, pari pari, è talmente paradossale! Possibile che non si riesca ad inventare niente di buono e di nuovo? I vecchi fanno i sessantottini e i giovani fanno i papa boys. E’ una situazione che mi pare così folle, così triste. E i giovani oggi, con l’eskimo… ma come si fa? Ecco, ora hanno il piercing e i capelli rasta. Ma sono bazzecole, sono cambiamenti che non hanno nulla di dirompente, sono il conformismo dell’anticonformismo. Nel quale siamo entrati pochissimi anni dopo il sessantotto. Io sono stato il primo, nel mio liceo, ad andare a scuola con i jeans. Erano vietati, bisognava andare con la cravatta e i pantaloni con la riga. Mi hanno anche bocciato due volte, al liceo, perché rompevo sempre i coglioni. Ho anche contestato il tema della maturità, col risultato di farmi bocciare. Oggi non paga più nessuno (a parte al G8 di Genova), bastano dieci persone che gridano e tutto si ferma.

Ho scritto al nuovo rettore di cambiare idea, e di farla l’inaugurazione dell’anno accademico, invitando il papa. Se fossimo la prima università a farlo, sarebbe un bel colpo mediatico. Ovviamente invitando anche un laico a fare un discorso laico. A cui far avere grande enfasi proprio perché pronunciato di fronte al papa. Il rettore ha risposto che ci penserà, ma questo significa che ci batteranno sul tempo e lo farà qualcun altro. Avere il papa è un grandissimo colpo mediatico, che va adoperato bene. I nostri amici di Roma, purtroppo, non lo hanno capito e hanno ottenuto una grande vittoria dell’integralismo religioso. Questo è il risultato oggettivo del loro agire e quindi non ho altro aggettivo per definirli: fessacchiotti. Lo so che sono stati strumentalizzati (antica parola del sessantotto), ma se hanno fatto un gesto che si prestava alla strumentalizzazione che, di fatto, c’è stata, sono dei fessacchiotti. Geni della fisica, fessacchiotti della comunicazione. Solidarietà umana per le persone, una grande pernacchia per il loro grado di fessacchiottaggine, i fisici hanno un delirio di onnipotenza e credono davvero di essere i soli a capire come funziona il mondo, tanto che cercano la teoria del tutto. Credono davvero di trovare una formula che spiegherà tutto. In un certo senso, sono dei religiosi anche loro. E più pericolosi, perché al posto di dio (che posso sempre ignorare come pura invenzione) sostituiscono la fisica, pensando di poter dimostrare scientificamente la loro onnipotenza.

Fessacchiotti.

Un caro saluto

n.

***

20.01.08

Caro Nando,

un pò lo temevo questa tua reazione inviandoti quel testo. Chi non vuol capire non capirà mai. Non era un invito in un luogo di dibattito. Hai mai visto dibattere qualcuno dopo una lectio magistralis nelle aule dei riti accademici? E pensi davvero che si sarebbe potuto dibattere con un papa, in un’occasione mediatica come quella che il rettore della sapienza, così simile in questo all’amato tuo rettore di unisalento voleva promuovere per sollevare un po’ la propria reputazione?

A proposito dei Riti Ermellini ricordo anzi che perfino lo spazio della parola ci fu negato da un preside ruspante  in occasione dell’ultimo incontro plenario per l’elezione del rettore. Lascia stare il sessantotto. Troppo facile uscirsene sempre con lo stesso numero. Personalmente penso di dover difendere il mio diritto di rivolgermi al mio rettore, se la sta facendo grossa. Punto.

Caramente

a.

***

                                                                                                                                                                                      20.01.08

Caro Angelo,

non l’avevo letto l’appello, ora sono andato alla pagina web e l’ho letto. Ma non cambio idea. Per me è stata una fesseria. Non si devono creare martiri. E in questo modo l’hanno creato. Non dico che ci sia dibattito, dico che, accanto al discorso del papa, ce ne deve essere un altro. Non c’è un solo discorso, durante l’inaugurazione dell’anno accademico. C’è persino il discorso degli studenti. Se lo si nega, allora si diventa NOI le vittime. Io concordo pienamente con la sostanza, ma non concordo con la forma. E’ una follia integralista di sinistra. Questo non significa che io ritenga questo papa un grande esponente della cultura. E’ quello che non ha punito i preti pedofili in USA e ha taciuto sulle denunce delle vittime. E la sua ultima enciclica è una follia. Ci ho persino scritto un articolo per l’Impaziente!!! Ma resto convinto che i colleghi di Roma abbiano fatto una fesseria. Glielo lasci fare, e poi chiedi la testa del rettore. DOPO. Mi pare gente che non sa vivere. Di mezzo c’è anche il futuro presidente del CNR (almeno in pectore) che ora rischia di non essere nominato per questa cazzata, e magari eleggeranno un papista per far vedere che non sono settari.

Ci sono momenti in cui bisogna parlare e altri in cui bisogna saper tacere. Per poi parlare. Quando il parlare porta dove vogliamo andare. Altrimenti ci togliamo una bella soddisfazione, ma vincono gli altri. Questi sono i fatti e insistere sull’argomento aggrava la situazione.

Io la penso così, anche se mi sono più simpatici i firmatari del papa e sono contento che tu abbia pensato a me per questa faccenda. lo ritengo un complimento

un caro saluto

n.

***

14.02.08

Caro Angelo,

intanto grazie per essere venuto ieri. Forse sei rimasto deluso. C’erano troppi oratori, e alcuni sono partiti per la tangente, come spesso accade. Però il pubblico è rimasto fino alle 8.30….

Questa qui sotto è l’ultima cosa che ho avuto da te, a parte le letterine sul papa, che in effetti mi sono perso. Però è tutta roba che ho visto. Mentre non ho nulla di non letto. Evidentemente il tuo messaggio si è perso nei meandri della rete. 

Oggi pomeriggio sarò al Parlangeli, a fare una conferenza sul ‘68. Ho fatto una conferenza a Roma il 12 febbraio, una a Lecce il 13, e un’altra oggi. Le prime due su Darwin, e questa sul ‘68. Non mi era mai capitato di fare tre conferenze in tre giorni. Ormai sono un vecchio pallone gonfiato. Sono anche un reduce del 68. Ma quasi. Io avevo 17 anni. La cosa su cui mi soffermerò è la fine della goliardia. Forse una delle cose più sottovalutate per quel che riguarda gli effetti del ‘68. E della quale non mi rammarico per nulla. 

Tu sai che mi diverto moltissimo a corrispondere con te. I “temi” che mi assegni mi piacciono sempre, e mi capita di arrivare a pensare cose impensate (nel senso che prima di pensarle non le pensavo) dovendo soffermarmi sugli argomenti da te posti. 

Mi ricorda, facendo le debite proporzioni, un vecchio film, Butch Cassidy, in cui Robert Redford, che impersonava il pistolero Sundance Kid, viene messo alla prova e gli si chiede di colpire a distanza una moneta, prendendo la mira. Lui prova, e sbaglia. Poi chiede: posso muovermi? E alla risposta affermativa spara tre colpi in successione colpendo la moneta per tre volte, una da ferma e due mentre era in volo. Ecco, se non ricevo stimoli magari non colpisco la moneta, anzi, non estraggo neppure la pistola. Ma se qualcuno mi fa muovere, allora tiro fuori cose che non sapevo neppure di aver dentro. Ma non succede con tutti. Però, lo confesso, io sono un gran chiacchierone multimediale. Mi piace da morire e scrivo messaggi interminabili. La gente se ne lamenta. 

Comunque, ho molte più cose da dire con i miei amici umanisti che con i miei amici scienziati.

a presto, allora

n.

***

14.02.08

Caro Nando,

non sono affatto deluso dalla serata darwiniana. Ho apprezzato anzi il tuo intervento e mi ha fatto piacere il messaggio che hai lasciato. In effetti la lettura biblica è ricca e fertile di sviluppi a vantaggio di un’idea laica della vita, ma solo la letteratura si è cimentata in questa prospettiva  (Erri De Luca, ad es. ha reinterpretato con originalità quasi tutti i libri biblici). Purtroppo ero reduce da un consiglio didattico di Scienzecom in cui mi hanno nuovamente votato per la guida del corso finché morte non mi separi. E ora eccomi daccapo inguaiato. Me la sono cercata, fedele al destino archetipico di Sisifo. Poi magari mi lagnerò e diventerò petulante, ma impiantare cantieri mi piace. E questa volta si tratta di tentare una fusione tra ciò che resta di ScienzeCom con ciò che resta del vecchio Stams. Un’opa sullo Stams insomma, a cui hanno promesso risorse fresche. C’è, a quanto pare, un interesse della Regione a non perdere l’unico Stams pugliese che possa offrire una sponda universitaria alle numerose iniziative che sostiene per il cinema, il teatro e altre arti creative. Certo, l’idea di un nuovo corso interclasse in “Scienze della Comunicazione, arti e spettacolo” mi affascina e mi adopererò per farlo nascere, sapendo di dover superare le solite difficoltà ambientali.

Dunque, il mio precedente file si è perso, ma il senso te l’ho spiegato ieri e anche dopo averti ascoltato mi sembra che si possano soddisfare le esigenze di una redattrice Besa che ti ha seguito per il tuo libro, di raccogliere questo nostro epistolario un po’ sgangherato in un librino da proporre poi a un buon editore nazionale magari, con un titolo tipo Carteggio tra un biologo e un umanista. Ti invio perciò nuovamente il file che  contiene il carteggio perché tu possa valutare e sistemare qualcosa, anche se converrebbe lasciarlo com’è, date incluse e inclusi pure l’uso arbitrario che facciamo del minuscolo laddove ci vorrebbe il maiuscolo ecc. perché non si perda l’immediatezza del botta e risposta. Torno lunedì. Hai tutto il tempo per leggertelo per intero e segnalarmi le tue impressioni. 

a presto

a.

***

14.02.08

Caro Angelo,

ricevuto. Lo leggerò. Il fondatore della teoria dell’evoluzione, tale Jean Baptiste Lamarck, ha intitolato Traité de Philosophie Zoologique il suo libro sul trasformismo. Philosophie! E il buon Darwin ha dato un bel colpetto alla nostra visione del mondo, cioè alla nostra filosofia. La zoologia è filosofia. E poi è l’unico incarico che il buon dio ci ha affidato, no? Non dico che tutta la zoologia sia filosofia. Non sono poi così scemo. Ma senza la zoologia, alla filosofia manca qualcosa. Il primo trattato di zoologia l’ha scritto Aristotele. E senza la filosofia anche la zoologia è monca. I fili vanno riallacciati. Ed è per questo che ci stiamo divertendo, no?

ciao

n.

(Fine)

Questa voce è stata pubblicata in Carteggi, Epistolari, Lettere, Diari e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *