A chiare lettere. Un dialogo tra scienza e umanesimo. Carteggio Ferdinando Boero – Angelo Semeraro (14 febbraio 2006 – 14 febbraio 2008) 10.

a cura di Ferdinando Boero

(continuazione)

14.11.07

Caro Nando,

a me piacciono le nature vulcaniche come la tua. Devo avertelo già detto. Ma avevo appena finito di dirti che bisogna pazientare perché il tempo degli Humi (umanisti) è un tempo lungo, circolare: segue le movenze del disco solare. Se guarda il cielo sa caricare di desiderio la scomparsa  degli astri. Il desiderio del resto è proprio questo spazio tra presenza e assenza. Un tema ci è ben presente, ma ci è pure assente, nelle sue infinite sfumature, e vana è ogni fatica a volerlo possedere. Perciò viviamo la maggior parte del tempo assegnato nutrendoci di assenza. Ecco perché tra un numero e l’altro dei Quaderni bisogna metterci lo spazio di un anno (all’incirca). Dunque, il prossimo tema, quello per cui hai già scritto, è il reincanto (e il disincanto). Bisogna ora attendere che quelli ci pensino, si concentrino, compulsino gli oracoli, leggano del già detto e, laddove il già detto è vago o reticente, si avventurino con le piccole arche del loro ingegno sistematico e catalogante, sempre tenendosi prudenti e nuotando sottocosta. 

Il tema che suggerisci (normalità e mostruosità) mi piace. Dovremmo discuterne, magari con gli spiriti più mobili di cui questo nostro ateneo dispone. E poi capire quanti sistematici siano coinvolgibili e disposti ad approfondirlo.

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