“C’è alle origini del fare letteratura una fantasia di onnipotenza, un’ambizione magica, di magia nera; la letteratura deve continuamente costeggiare questa regione infera, deve penetrarvi, ma non corrompersi in onnipotenza, in storia. Senza scommessa su e contro l’onnipotenza, la letteratura non nasce; ma l’onnipotenza la uccide.”
Giorgio Manganelli, Il grafologo onnipotente, in “L’Espresso”, 18 novembre 1979, pp. 103-105, ora in Altre concupiscenze, Adelphi, Milano 2021, p. 53.