di Daniele Capone
Dopo aver piacevolmente “viaggiato” nei luoghi dell’antica Contea di Castro, quasi presi per mano dalla matita di Piero Pascali, spostiamoci ora nelle contrade otrantine, in quella terra ambita da Maometto II che ha il suo centro nel borgo dove Idrusa sorrise. Non v’è lettore di Maria Corti e di altri noti o meno conosciuti scrittori che non sappia chi sia Idrusa. Diciamolo per gli altri: Idrusa è l’affascinante personaggio femminile, donna innamorata e decisa, che vediamo muoversi nei tragici giorni della presa di Otranto da parte dei Turchi nell’estate del 1480: l’evento cruciale nella lunghissima storia di questa cittadina e dell’intera Terra d’Otranto agli inizi dell’Età Moderna. La fantasia della scrittrice milanese, legatissima a questa parte del Salento, riprende il personaggio il cui nome compare per la prima volta in un testo della metà del Settecento e immagina Idrusa come una giovane donna dalla “bellezza selvaggia”.
Bellezza selvaggia hanno lunghi tratti dei 25 km di costa otrantina che hanno come confine nord il comune di Melendugno e come limite sud quello di Santa Cesarea Terme. Di questo impasto di storia, leggende, suggestioni, creazioni e trasfigurazioni letterarie, che hanno riguardato e continuano a riguardare questi luoghi affascinanti anche dal punto di vista paesaggistico-ambientale cercheremo di dar conto nel nostro lavoro. Siamo voluti partire dagli echi letterari perché non c’è forse in Italia un piccolo centro che, come Otranto, possa vantare una così grande mole di saggi, racconti, poesie e romanzi ispirati a un singolo evento della sua storia; opere che cercano – ciascuna a suo modo – di cogliere l’anima sfuggente di questa cittadina incantata, addirittura sacra. Poiché il senso di questo lavoro – che, come detto in Come bianchi di farina. Luoghi e borghi della Contea di Castro, si articolerà in otto volumi per raccontare per mezzo dei disegni l’intero Salento – è soprattutto quello di essere un “invito” (invito a scoprire, conoscere, approfondire), vorremmo che al lettore di questo libro venisse il desiderio di fare un bagno nel fiume di scritti, di ricerca storica e d’invenzione letteraria, che lambisce la magia dei vicoli e la struggente bellezza dell’otrantino mare di cobalto, e venisse, a chi ancora non conosce i luoghi, il desiderio di vederli di persona, di spingersi da Otranto ai suggestivi borghi e paesi che le fanno corona. Borghi e paesi che, come vedremo, hanno avuto indissolubili legami di memorie con la città dei Martiri e hanno adesso con essa legami istituzionali e amministrativi che riguardano la vita quotidiana di tutti i cittadini.