Su “La guerra che è in noi”, a cura di Silvano Trevisani

di Simone Giorgino

Il 24 febbraio 2023 cade il primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha riportato di colpo l’Europa nel cuore di tenebra del Novecento.

Inevitabilmente, un evento così traumatico per la collettività e di così vaste proporzioni – almeno settemila vittime civili, fra cui circa quattrocento bambini, secondo le ultime stime ONU – incide non solo sugli equilibri delle nostre coscienze di cittadini ma si irradia anche nel nostro immaginario, stimolando nuove forme di rielaborazione letteraria, le cui ripercussioni, presumibilmente di lunga durata, hanno già iniziato a manifestarsi nella narrativa e nella poesia ‘circostante’.

            Silvano Trevisani ha unito nel volume La guerra che è in noi. Canto corale per la Terra, sconfinato campo di battaglia, sempre in cerca di pace (prefazione di Eraldo Affinati, Macabor, 2023) la sua alle voci di altri dieci poeti, ai quali ha chiesto di condividere versi e riflessioni ispirati appunto dalla guerra in Ucraina, ma che in realtà si estendono a tutte le guerre, più o meno lontane nello spazio e nel tempo, dall’incendio di Troia ai due conflitti mondiali, dai massacri nei Balcani alle disperate rotte dei profughi nel Mediterraneo.

Fino alle manifestazioni più subdole dell’eterna, feroce vocazione al conflitto – «questa morte che ci portiamo dietro come un’ombra», scrive una delle autrici inserite nella raccolta, Valentina Colonna – che segna in maniera indelebile la nostra esistenza: una lite fra condòmini  («Ora tutta la riunione è fiamma / gli uomini paiono belve / nel rito elementare della guerra», leggiamo in una poesia di Luca Benassi) o piuttosto un futile diverbio fra automobilisti (in Semaforo, ancora di Benassi). E persino la guerra di logoramento, tutta interiore, che ognuno di noi ingaggia quotidianamente con sé stesso. Così per esempio Trevisani: «Ti scrivo tre righe dal fronte / dal quale ogni giorno sfido / la mia esistenza fatta / di guerre sotterranee / con la parola il senso / da imprimere alle cose».

Questa voce è stata pubblicata in Recensioni e segnalazioni e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *