Note sui caratteri identitari di una comunità della cintura di Lecce
di Mario Spedicato
Il casale di Monteroni ha avuto in tempi recenti uno scavo archivistico di rilevante interesse storiografico. I risultati più apprezzabili sono stati conseguiti da due studiosi, Adolfo Putignano e Gino Giovanni Chirizzi, che pur dotati di sensibilità e formazione differenti hanno saputo articolare, ciascuno a proprio modo, un itinerario di ricerca ben documentata e foriera di ulteriori sviluppi. Putignano sceglie la ricostruzione di lungo periodo, partendo dalle vicende feudali per declinare le vicende amministrative dell’università locale e il ruolo esercitato dalla chiesa matrice nel settore religioso e sociale[1], Chirizzi invece, stringendo l’analisi dentro una lettura secolare, privilegia, in due volumi autonomi, di fermare lo sguardo dapprima sul Cinquecento e poi sul Seicento[2]. In questa sede ci occuperemo dei lavori di Chirizzi, senza tuttavia trascurare quelli pregressi del Putignano, al fine di individuare con i dati da loro forniti i caratteri originari del casale, puntando soprattutto l’attenzione sul periodo in cui esso emerge, consolida la sua crescita fino ad acquistare una propria e riconoscibile identità comunitaria ovvero tra la fine del Medioevo e l’inizio della prima età moderna.