A chiare lettere. Un dialogo tra scienza e umanesimo. Carteggio Ferdinando Boero – Angelo Semeraro (14 febbraio 2006 – 14 febbraio 2008) 7.

a cura di Ferdinando Boero

(continuazione)

29.04.06

Le cose si ripetono sempre, caro Angelo, sempre uguali e sempre  diverse. In Francia i giovani si ribellano perché non vogliono che cambino le cose. Si ribellano come i loro predecessori sessantottini, solo che quelli volevano cambiare tutto, questi non vogliono che cambi niente. In Italia, ho pensato, quella legge l’hanno fatta e non detto nulla nessuno. Poi no, cazzo, hanno ammazzato Biagi. Ecco, o non c’è nessuna risposta o c’è una iperisposta. Le iperisposte portano sempre effetti contrari ai fini prefissati. Lo dico anche se mi reputo un estremista e non mi piace essere moderato. I giovani stanno invecchiando e non hanno un lavoro, non avranno una pensione. I loro genitori moriranno, lasceranno loro una casa, che dovrà essere venduta, poi andranno a vivere nei cartoni. E’ quel che succede in America, dove si perde la pensione, ci sono i fallimenti personali, e a centinaia di migliaia vivono per la strada. Nessuno si ribella. Oppure ci si ribella vendendo droga, consumando droga, sparandosi tra bande. Non con la politica ma con la delinquenza. La nuova ribellione è la delinquenza diffusa capillarmente. Che poi è quel che han fatto i siciliani con la mafia, una risposta aliena. Ma se la ribellione non ha una filosofia dietro, diventa mafia. E filosofie non ce ne sono. Non ci sono ideali. Dopo secoli e secoli di ideali di solito sbagliati, ora si è arrivati alla perdita di ideali, e al ritorno alla religione. Da noi e da loro. Guerre di religione, per affermare il proprio potere. E sottomettere le masse. Un po’ con la religione, un po’ con la televisione. In USA ci sono i televangelisti e hanno chiuso il cerchio. Non so bene quale sia la via di uscita. Il mio amico Frank Zappa diceva che è inutile fare rivoluzioni, di solito portano a situazioni peggiori di quella precedente. Bisogna entrare nei posti di potere e agire in modo da cambiare le cose. Come hanno fatto i giudici di Milano. Loro hanno sconfitto dc e psi, non le brigate rosse. Però si può sconfiggere un movimento, ma non un modo di sentire. E gli italiani, almeno la metà, sono profondamente democristiani-forzitalioti. Non è genetico, se vanno all’estero capiscono. Forse si può fare qualcosa. Io cerco di farlo tutti i giorni. Ho vissuto un anno in America. Lì c’è il peace corps. Una mia amica è stata rifiutata. Le hanno fatto il test e è stata giudicata non idonea, perché era troppo motivata. Se vai in Africa con il peace corps ti trovi di fronte a situazioni talmente drammatiche che è ben difficile che tu possa cambiarle. Anche se ogni gesto è importante. Se sei troppo motivato, hanno visto, ti viene la depressione derivante dalla coscienza della propria inutilità. E invece di essere una risorsa diventi un problema. Meglio non provarci neppure. E quindi io faccio tutto quello che posso, sempre, e non mi importa  se serve o non serve. Lo faccio e basta, perchè penso che sia giusto. So che il mondo non lo cambio, ma chissenefrega? So che morirò, e allora che faccio? mi sparo? a lezione il mio obiettivo è di farli divertire e, ogni volta, farli uscire dall’aula un po’ diversi da come sono entrati.

e ora… al lavoro

n.

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