Manco p’a capa 215. La responsabilità dei giornalisti


Che problema c’è se si sciolgono i ghiacciai? Faremo la neve artificiale, no? Poi bisogna spiegare che se scende molta acqua dal cielo, come è normale che sia se molta acqua è evaporata dall’oceano a causa delle alte temperature, gli equilibri idrici ci sono favorevoli se scende la neve e se questa diventa ghiaccio, perché quando si sciolgono e restituiscono gradualmente l’acqua, rendendo fiorente l’agricoltura. Lo spiegano anche i proverbi contadini: sotto la neve pane, sotto la pioggia fame. Cito i proverbi perché per molti sono più attendibili della comunità scientifica… che, da molto tempo oramai ci dice che gli estremi, che ci sono sempre stati, sono però sempre più estremi. Se non piove per molto tempo e poi l’acqua viene giù tutta in una volta, senza essere “sequestrata” sotto forma di neve e ghiaccio, ci sono alluvioni, inondazioni, e altre calamità naturali. Che, è vero, ci sono sempre state, ma ora la loro frequenza è maggiore.
Minimizzare una situazione del genere spinge chi non è ferrato in scienze ambientali a pensare che non ci siano problemi e che tutto vada bene: gli allarmi sono esagerati, dice chi ignora le basi delle scienze ambientali.
Feltri non è il solo. Un suo esimio collega, su un altro giornale, scrive un pezzo analogo sui tappi che non si staccano dalle bottiglie di plastica e immagina burocrati frustrati che a Bruxelles le inventano tutte per tartassare i poveri cittadini europei. Sullo stesso giornale, il giorno dopo, qualcuno gli spiega i motivi del provvedimento, cercando di fargli capire che la sua ironia è dovuta al fatto che ignora che per gli stessi motivi, molti anni fa, si vietò che le linguette a strappo si staccassero dalle lattine: raccogliere le lattine è relativamente facile, ma raccogliere le linguette è difficile, proprio come i tappi delle bottiglie di plastica. Questi oggetti sono ingeriti dagli animali e li fanno morire, sono una minaccia per la biodiversità.
L’ignoranza è fisiologica in tutti noi, non si può sapere tutto e, quindi, ogni individuo ha un suo campo di competenza e un altro, molto più vasto, di ignoranza. Chi scrive articoli sui giornali ha una responsabilità, perché può influenzare l’opinione pubblica, rafforzandone l’ignoranza: vedi? che ti avevo detto? questi si lamentano perché fa caldo ad agosto, e poi inventano i tappi che non si staccano. Una gabbia di matti. Rinforzare, anche garbatamente, l’ignoranza in campo ambientale non è un buon servizio alla crescita culturale del paese che solo recentissimamente ha inserito biodiversità ed ecosistemi nell’art. 9 della sua Costituzione. Ora si tratta di inserirli anche nei contenuti irrinunciabili di chi pretende di avere una cultura. O, nel caso non li possieda, di sentire almeno il pudore di non pontificare su cose che non è in grado di capire.

[“Il Secolo XIX” dell’11 agosto 2024]

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