“Carissimo Peppino…”. Una lettera di Franco Martina a Giuseppe Virgilio

Lecce, 24 agosto ’98

Carissimo Peppino,

grazie per il bel volume. L’ho riletto con rinnovato interesse, perché ho passato le vacanze (anzi quello che le incombenze della maturità mi hanno lasciato) in biblioteca a consultare i giornali salentini (meglio, leccesi) del periodo 25 luglio ’43 – 18 aprile ’48, che mi sembra centrale anche nel tuo libro, per un lavoro che debbo consegnare per settembre-ottobre. Come farò non so ancora, visto che il 31, come sai, riprendono gli impegni scolastici. che sono sempre più gravosi e sempre più estranei alle competenze del vecchio insegnante!

Naturalmente, la lettura delle tue pagine, tanti giudizi e testimonianze, mi tornano utilissimi e certamente li citerò a suo tempo.

Ma il libro è interessante di per sé e mi piacerebbe poterne scrivere specificatamente da qualche parte. Ma dove? Gli spazi di discussione sono pressoché scomparsi qui da noi: non ci sono più fogli né riviste. L’estromissione poi di Melillo dal “Quotidiano” ha eliminato l’unica valvola di sfogo per una certa cultura, né accademica né paludata.

Tu hai certo ragione quando scrivi che “ricordare il passato è fare cosa utile ai posteri”, ma come fare conoscere tali memorie? dove discuterle?

Comunque, sto pensando anch’io di vedere se è possibile una collaborazione con un giornaletto quotidiano “Leccesera”. Potrebbe essere l’occasione per parlare del tuo libro e farlo conoscere un po’.

Intanto, caro Peppino, ti faccio i migliori auguri per questa occasione, che sicuramente ti ha reso contento e ti darà le soddisfazioni che meriti.

Un abbraccio dal tuo

Franco Martina

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