Il primo critico del futurismo: Mimì Frassaniti. Appendice. Lettere di F. T. Marinetti a Mimì Frassaniti (Parte seconda)

            I pittori futuristi riprendono con maggiore coraggio e con un’assoluta convinzione il movimento divisionista, partito dal pittore francese Claude Monet, e che ebbe in Italia un trasformatore e un continuatore di genio, in Segantini, e pochi altri seguaci isolati, come il geniale ma trascurato Previati e il grande Pelizza da Volpedo, che si uccise per l’amarezza di non vedersi compreso.
            La differenza che passa tra i pittori futuristi e questi ultimi divisionisti, consiste nel complementarismo congenito : i futuristi vedono per complementari, cioè divisionisticamente, mentre gli altri divisionisti non fecero che applicare la teoria dei complementari ad un modo di vedere tradizionale.

            Con ciò, essi raggiungono un massimo di luminosità non ancora raggiunto in pittura e il massimo del dinamismo pittorico, cioè la massima sensazione del movimento riprodotto.

            Aggiungete che i pittori futuristi vogliono assolutamente liberare la pittura dai vecchi soggetti sentimentali e pastorali, già sciupati, per trarre la bellezza contenuta in tutte le forme della civiltà, incessantemente modificate dalla scienza, voglio dire: le capitali moderne, le macchine, le officine, i ponti ferrei, e tutte le espressioni della velocità, terrestre, marina, sottomarina ed aerea, senza contare le grandi folle operaie e gli spettacoli del lavoro[5].

            Tutto ciò che ho segnato col lapis bleu può da voi essere riprodotto testualmente nel vostro studio.

            Gradite tutti i miei ringraziamenti per la vostra cortese, assidua ed efficace simpatia pel futurismo, e un’affettuosa stretta di mano del vostro

   F. T. Marinetti

[Lettera su dodici facciate, senza busta, su carta intestata “Poesia / Rassegna internazionale // Direttore: / F. T. Marinetti // Milano / Via Senato, 2 / Telefono: 40-81”] 

5

Carissimo Frassaniti,

            Ho letto in questo momento la vostra bellissima difesa del mio Mafarka [6], e ve ne ringrazio di tutto cuore.

            Ammiro una volta di più il vostro profondo acume critico e la bella disinvoltura della vostra penna brillantissima.

            Aspetto ansiosamente il piacere di leggere l’intero studio critico che voi state preparando sul futurismo.

            Gradite intanto un’affettuosa stretta di mano del vostro

   F. T. Marinetti

[Lettera su due facciate, con busta, su carta intestata “Poesia / Rassegna internazionale // Direttore: / F. T. Marinetti // Milano / Via Senato, 2 // Telefono: 40-81” . Timbro postale di partenza: Milano, 20 agosto 1910]

6

Carissimo Frassaniti,

            Vi sarò infinitamente grato se vorrete pubblicare integralmente nel vostro bel giornale il Manifesto dei musicisti futuristi[7], che fa attualmente gran rumore in tutti i centri intellettuali, e al quale la Tribuna, la Vita, il Secolo  e le Cronache letterarie  hanno consacrato importanti articoli favorevoli.

             Fatelo seguire, ve ne prego da un vostro commento.

            Gradite coi miei ringraziamenti anticipati l’espressione della mia viva simpatia letteraria.

   Vostro

   F. T. Marinetti

[Lettera su tre facciate, con busta, su carta intestata “Poesia / Rassegna internazionale // Direttore: / F. T. Marinetti // Milano / Via Senato, 2 / Telefono: 40-81”. Timbro postale di partenza: Milano, 28 ottobre 1910]

***

7

Lettera di F. T. Marinetti ad Alberto Franco, direttore del settimanale “Il Risorgimento”.

Egregio collega, 

             La sua lettera mi ha dato un profondo dolore. La morte del giovane Mimì Frassaniti[8] è per me e per i miei amici una sciagura veramente irreparabile. Una profonda simpatia e una vera amicizia mi legava infatti a questo giovane scrittore genialissimo, che doveva ben presto conquistare un posto prevalentissimo nella letteratura italiana.

            In tutti i suoi scritti si rivelava già, luminosamente, un ingegno vivacissimo e una mente critica profonda ed arguta,  non smorzati ma ravvivati da una bella immaginazione fresca e primaverile che seduceva il lettore.

            Vi prego, egregio collega, d’esprimere le mie sincere condoglianze al dott. Michele Frassaniti, che certo non potrà consolarsi di aver visto svanire al di là della vita uno spirito sì eletto e sì forte di artista. – Vi ringrazio della vostra lettera gentile e vi prego di gradire l’espressione della mia simpatia.[9]

   Vostro

   F. T. Marinetti

   P.S. Poesia si sta trasformando in un giornale settimanale che vedrà la luce fra cinque o sei mesi[10]. – Sono dunque nell’impossibilità assoluta di fare ciò che avrei fatto spontaneamente.[11]

[Lettera senza busta,  su carta intestata “Movimento Futurista / diretto da F. T. MARINETTI / MILANO, Corso Venezia, 61 / Telefono 40-81”. L’originale di questa lettera, a suo tempo, venne messa in cornice dagli eredi di Frassaniti. Per questo motivo non è stato possibile fotocopiarla e pubblicarla]

Nota al testo

             Le lettere, qui pubblicate, sono conservate nell’archivio Frassaniti, a Squinzano (Lecce),  e sono quasi tutte inedite, ad eccezione delle lett. 4 e 5 di Marinetti e della lett. 3 di Altomare, già apparse, a cura di chi scrive,  su “L’immaginazione”, a. III, n. 25-27, gennaio-marzo 1986, p. 10. La lett. 4 di Marinetti uscì anche sul “Corriere della Sera” del 9 aprile 1986.

            Le lettere del fondatore del futurismo sono state scritte, quasi sicuramente, di pugno del segretario Decio Cinti e firmate da Marinetti. Essendo  tutte prive di data, in mancanza della busta con il timbro postale di partenza, sono state disposte in ordine cronologico in base ai riferimenti interni.

            La trascrizione delle lettere è fedele agli originali. Ho emendato una svista e, in fine di frase, ho ripristinato, dove necessario, il punto fermo, dandone sempre notizia in calce. Ho sciolto le abbreviazioni (ma non quelle d’uso comune e la formula “affmo”), ponendo tra parentesi quadre le lettere integrate. In nota ho indicato i titoli esatti dei volumi citati.

(A.L. G.)

[In A. L. Giannone, Modernità del Salento, Galatina, Congedo, 2009, pp. 27-34].


[1] La mostra si tenne dal 19 marzo al 3 aprile 1910.

[2] La mostra si svolse dal  24 luglio al 12 agosto 1910.

[3] L’esposizione “individuale” di Umberto Boccioni si tenne in Palazzo Pesaro, a Venezia, nel luglio del 1910, nell’ambito della Mostra d’estate, e venne presentata dallo stesso Marinetti.

[4] Il brano che va da “al movimento dei pittori futuristi…” fino a “ammiratori”  è segnato con una linea bleu sul margine sinistro della lettera.

[5] Il brano che va da “I pittori futuristi…” fino a  “gli spettacoli del lavoro” è segnato con una linea bleu sul margine sinistra della lettera.

[6] F. T. MARINETTI, Mafarka il futurista, Milano, Edizioni futuriste di “Poesia”, 1910. L’intervento di Frassaniti, che faceva seguito al comunicato Mafarka il futurista glorificato dall’illustre scrittrice Rachilde nel “Mercure de France”, uscì in  “Il Risorgimento”, a. XXXV, n. 31, 10 agosto 1910.

[7] Il Manifesto dei Musicisti Futuristi (Redazione di “Poesia”, Milano) porta la data dell’11 ottobre 1910

[8] Mimì Frassaniti morì a Squinzano il 29 dicembre 1912.

[9] Nell’autografo manca il punto fermo.

[10] Si tratta di un  progetto successivamente non realizzato da Marinetti.

[11] Nell’autografo manca il punto fermo.

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