di Giuseppe Virgilio
Bisognerà prima o poi decidersi ad elaborare una sezione di narrativa salentina nei manuali scolastici di Storia della letteratura italiana. Certamente in tal caso si dovrà registrare il nome di Michele Montinari tra quelli che con maggiore adesione spirituale hanno esplorato il mondo degli umili del nostro Salento, e soprattutto le ragioni di tradizionale memoria storica per la quale si sono venuti sviluppando ceti sociali, raggruppamenti municipali e consorterie nei Comuni del nostro Sud.
In aggiunta alle prime raccolte di novelle ed alle opere di storia locale, con particolare riferimento a Galatina, che il figlio prof. Mario con ammirevole e toccante affetto e culto della memoria paterna, ha portato a conoscenza dei lettori evocandole dall’archivio famigliare dove il riserbo e la schiva natura dell’autore le ha lasciate in custodia, è apparso per i tipi dell’editore Schena di Fasano in pregevole veste tipografica e corredato in copertina dalla riproduzione della pittura ad olio Interno di famiglia di Gino Paolo Suppressa e fra le pagine di otto incisioni di Salvatore de Judicibus, il romanzo Padre Bernardo ovvero il figlio del calzolaio di Michele Montinari, pp. 165 s..p.
L’impianto è verghiano.
Già nelle prime venti pagine l’autore presenta quasi tutti i protagonisti della vicenda che si appresta a narrare, ricorrendo a quello che Luigi Russo ha chiamato racconto dialogato e cioè all’intersezione di un coro di parlanti popolari in aggiunta e talora attraverso la narrazione che si estrinseca per via di discorsi e di gesti in cui si centralizza lo sviluppo della vicenda. Ed ecco il segretario comunale don Oreste Merardi, il conciliatore don Marco Forese, il notaro don Guglielmo Mancino, il cameriere del circolo cittadino Luca Trono, detto il Lantezna perché calvo, donna Albina, il sindaco don Oronzo Schena. Tore Basilisco, tutti interessati in un Comune del Sud, e precisamente Arigliano nel capo di Leuca, in un contrasto di interessi proiettato nel Consiglio Comunale per via di un tracciato di strada, ignorato dal progettista e perciò lesivo di poderi e di oliveti di questi e di quegli. Insomma le solite beghe municipali nei paesi del Sud.