di Gianluca Virgilio
Qui c’erano accademie
e monaci sapientissimi:
o città gloriose
di sporcizia e abbandono!
Mi è sembrato di risentire il ritmo alto e dolente dei versi di Vittorio Bodini, mentre leggevo un libro che l’editore Mario Congedo di Galatina ha pubblicato qualche mese addietro: Sergio Stiso tra Umanesimo e Rinascimento in Terra d’Otranto, a cura di Paolo Pellegrino, pp. 237. Il volumetto, di grande utilità per chi voglia accostarsi allo studio della cultura salentina dei secoli XV e XVI, appare agile ed elegante nella sua veste grafica. Esso esce in questo 2012, anno che l’Amministrazione comunale di Zollino, patria natale di Stiso, ha voluto definire, per bocca dell’assessore alla cultura Antonio Chiga, l’ “anno dedicato alla memoria” (Presentazione, p. 11) di Sergio Stiso. Era costui un sacerdote di rito greco, vissuto a Zollino tra il 1454 ca. e il 1535, magister di greco e fine indagatore delle antichità classiche, amico e frequentatore di personaggi come Matteo Tafuri, suo discepolo, Giano Lascaris, bibliotecario di Lorenzo dei Medici e fondatore del Collegio greco di Roma, e Antonio Galateo, per fare solo qualche nome. In effetti, in questo anno, l’Amministrazione di Zollino ha anche organizzato una giornata di studi sull’umanista nel giorno della Fiera di San Giovanni (23 giugno), di cui si attendono gli atti.