di Adele Errico
Signorina Cuorinfranti di Nathanael West (minimum fax, 2022, p. 104) fu una delle letture predilette da Flannery O’ Connor. Spesso ritenuto dalla critica una “black comedy”, presenta, in realtà, venature profondamente drammatiche. Il titolo melenso è lo stesso della rubrica di posta del cuore al centro del romanzo che dispensa consigli sentimentali ai cuori infranti (o, più precisamente, solitari come si evince dall’originale Miss Lonelyhearts) d’America. Ma l’America che scrive alla Signorina Cuorinfranti non vuole ricevere consigli sull’amore, non desidera risposte riguardanti frivole scaramucce coniugali, non necessita pratici consigli su come superare una crisi di coppia. È, invece, un’America che sta implorando aiuto. I mittenti sono uomini e donne che esprimono immensi disagi esistenziali, riversano nelle lettere urla strazianti mentre annaspano nel gorgo di una società che sta, lentamente, schiacciando i propri figli: “Cara Miss Lonelyhearts, soffro talmente tanto che non so più che fare certe volte penso di ammazzarmi tanto mi fanno male i reni”; Cara Miss Lonelyhearts, (…) mi piacerebbe farmi portar fuori dai ragazzi come tutte le altre ragazze e uscire i sabati sera, ma invece nessuno esce con me perché sono nata senza naso; Cara Miss Lonelyhearts, le scrivo per conto di mia sorella più piccola (…) Gracie è sordomuta e più alta di me ma non è molto svelta per via che è sordomuta. Gioca sempre sulla terrazza del nostro palazzo e non va a scuola solo alla scuola dei sordomuti (…). La mamma la fa giocare su in terrazza perché non vogliamo che la mettono sotto datosi che non è tanto svelta. La settimana scorsa un uomo è venuto in terrazza e ha fatto una cosa sporca con lei” . Le vittime della crisi economica e morale nell’America della Grande Depressione cercano risposte nelle parole di conforto di Miss Lonelyhearts (“Perciò per piacere cosa farebbe lei se una cosa simile succedeva nella sua famiglia?”) senza sapere, tuttavia, che dall’altra parte, a leggere quelle lettere, non c’è Miss Lonelyhearts e che a rispondere pazientemente a ciascuna di esse è un uomo (dettaglio di cui si viene a conoscenza nella prima riga del romanzo) cinico, disilluso, a sua volta sofferente, annientato dall’orrore che tutti i giorni, per lavoro, è costretto a leggere.