Sulla base delle associazioni stratigrafiche con la ceramica greca fu possibile a Douwe proporre un sempre più dettagliata cronologia della ceramica prodotta nel Salento in quel periodo, indicata come iapigia, inquadrandola nelle produzioni ceramiche dell’Italia meridionale. Fu questo il tema della dissertazione discussa nel novembre 1985 nell’Aula Magna della Libera Università di Amsterdam. Con un suggestivo cerimoniale accademico al quale partecipai con grande gioia, come membro della Commissione, fu attribuita a Yntema la Docenza in Archeologia. Nel 1990 riuscii a pubblicare la dissertazione, con qualche aggiornamento, nella Collana del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Lecce. Oggi il volume «The Matt-Painted Pottery of Southern Italy» costituisce un fondamentale punto di riferimento per gli studi sulla ceramica prodotta dalle popolazioni indigene dell’Italia meridionale.
Poi, con la sua Università, Douwe iniziò vari progetti di ricerca, prima ad Oria, poi a Valesio, quindi a Muro Tenente dove ancora un’equipe olandese guidata da Gert-Jan Burgers, ormai di casa in Messapia, è impegnata in un lavoro di ricerca e valorizzazione di questo insediamento preromano.
La e-mail indirizzata a chi scrive da Douwe il 1 dicembre 2017 era in risposta ad un mio messaggio in cui gli inviavo, chiedendo un suo parere, il pdf di un mio articolo sulla reggia (basileion) di Oria e lo invitavo a tornare a visitare il Salento, dopo un lungo periodo di assenza. La sua risposta rivela il suo carattere riflessivo e il suo interesse ancor vivo per la storia antica e per il Salento, anche ribadendo la sua scelta di non proseguire nella ricerca sul campo, lasciando spazio ai più giovani.
[Di Francesco D’Andria leggi in questo sito il necrologio di Douwe Yntema dal titolo: Douwe Yntema, dall’Olanda un vero amico del Salento.]