Un libro per l’estate: un viaggio verso la profondità della conoscenza a bordo di una motocicletta

E’ un libro sulla qualità. Sulla qualità ha già detto tutto Pirsig. Dopo di lui si può solo appuntare qualche pensiero a margine in modo disordinato, oppure si può seguire il sentiero di un ragionamento partendo da lui per poi tornare, inevitabilmente, ancora a lui.  La qualità è la condizione che fa la differenza in tutto: per un prodotto e per la vita di un uomo, anche per un sentimento, per un’emozione, per una commozione. Probabilmente tutti i sentimenti e le emozioni e le commozioni hanno una loro qualità. Ma poi ci sono quelli che hanno più qualità degli altri. Qualità può voler dire più spessore, più intensità, più consistenza. Più profondità. Soprattutto più profondità del pensiero. Da questa profondità deriva quella della conoscenza. Il contrario significa superficialità del pensiero e quindi della conoscenza.

C’è una pagina che sembra scritta esattamente nella stessa ora in cui scrivo questo pezzo. Dice di un caldo insopportabile. Un corvo becchetta una lucertola spiccicata. Le case tremolano nel caldo. “Sogno acqua ghiacciata e aria condizionata”. A un vecchio con un cappello a tesa larga, John chiede quanti gradi ci sono. Trentotto, risponde l’uomo. Salirà fino a quaranta.    

Il libro uscì nel 1974. Poi per diciassette anni Pirsig restò in silenzio. Dopo un libro così non è facile scriverne un altro, non è facile avere altre idee, altre storie, riemergere dagli abissi  in cui si è sprofondati. Nel 1991 pubblica “Lila”, il seguito dello “Zen”. Non poteva fare diversamente. Dal primo libro non si era liberato, non poteva liberarsi. Il primo libro non era terminato, perché un libro così non poteva terminare. Un libro come lo “Zen” non si governa. Genera pensiero e poi lo rigenera. Accende interrogativi che a loro volta ne accendono altri. Non ha risposte con cui poterli spegnere. Si potrebbe dire che lo “Zen” è un libro portatore di cultura. Non è un’affermazione banale. Nella postfazione del 1984, Pirsig scrive che i libri portatori di cultura portano la cultura come un mulo porta la sua soma. Non si scrivono con intenzione. Appaiono quasi per caso. Mettono in discussione i valori culturali comunemente accettati. Non sono necessariamente libri di grande qualità, ma cambiano le visioni del mondo, della vita, i significati della Storia, delle storie. Poi bisogna anche dire che in alcuni punti sopravviene la noia, che è una delle trappole per l’ “enthousiasmos”. Ma è lo stesso Pirsig a proporre i modi per non farsi sopraffare. Quando mentre leggete vi annoiate, fermatevi. Andate al cinema. Accendete la tv. Ditevi che avete letto abbastanza. Dormite. E’ molto facile addormentarsi quando si è annoiati. E’ molto difficile annoiarsi dopo un buon riposo.  

Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta non è un libro per l’estate. Cioè un libro da sotto l’ombrellone. Ma nemmeno i due segnalati nelle settimane precedenti lo erano, né lo saranno quelli delle settimane  successive. I libri veri appartengono a tutte le stagioni della natura e della vita.  

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, Domenica 21 luglio 2023]

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