di Antonio Mele / Melanton
Per propria costituzione, e per evidente supremazia delle cose che “non vanno” su quelle “che vanno”, questa rubrica è spesso e volentieri critica e brontolona. È oltretutto risaputo che – giornalisticamente parlando – a fare più notizia sono sempre le brutte notizie, anziché quelle buone.
Non avendo mai condiviso né asservito tale concetto e, grazie a Dio (e alle tante brave persone che, nonostante tutto, ancora popolano questo mondo, e con le quali spesso e volentieri mi ‘connetto’), non essendo patologicamente schifiltoso e perfezionista, mi sento davvero meglio se posso annotare e partecipare a voi e con voi le cose belle che ci circondano.
I fiori, per esempio. Le piante. La natura. Che regala meraviglie gioiose e irripetibili, fatte “semplicemente” di steli, di rami, di foglie, di corolle, di colori e profumi.
Alcune domeniche fa, a metà mattinata, con un bel sole ancora settembrino, mia moglie Teresa mi ha chiesto di accompagnarla al vivaio, perché doveva fare un regalo di compleanno alla sorella, e aveva appunto deciso di scegliere per l’occasione una pianta di ‘settembrini’.