Eppure si tratta di un complesso di grande valore simbolico; in internet così viene descritto, in una pagina ricca di foto dei singoli elementi architettonici e scultorei: «Posto nella centralissima Piazza Italia, di fronte a Porta San Biagio, accesso al centro storico leccese, il Monumento dei Caduti è un luogo davanti a cui fermarsi e riflettere. È un monumento ricco di storia e dolore. Su di esso sono scolpiti i nomi dei caduti di guerra leccesi. Alle spalle vi è un edificio con un colonnato e una scalinata bellissimo che ospita l’Associazione Mutilati di Guerra. Nulla da esprimere su questo luogo, se non il rispetto e il ricordo che esso suscita nello spettatore. Qui, in occasione della Festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale, il 4 novembre, vi sono toccantiCerimonie solenni tra cui la posa della corona commemorativa dei caduti di guerra e l’alzabandiera.»
Purtroppo l’attuale situazione di degrado contrasta con l’idilliaca descrizione e richiama alla mente la teoria della finestra rotta, introdotta dai politologi e scienziati sociali James Wilson e George Kelling nel 1982 e applicata con successo da un Sindaco di New York: la presenza di piccoli episodi di degrado pubblico o di vandalismo (come appunto la rottura di finestre o semplicemente la sosta abusiva) può portare ad una escalation di problemi di ordine pubblico ben più gravi, se questi non vengono repressi con decisione fin dall’inizio. Quando invece i problemi vengono gestiti tempestivamente e in maniera decisa, questo contribuisce a creare un clima di ordine, legalità, efficienza e riduce sensibilmente il rischio di reati.
Una tale situazione tuttavia può essere risolta con un intervento congiunto del Comune di Lecce, della Regione Puglia e della Soprintendenza, trattandosi di un monumento oggetto di tutela. E’ necessario reperire i finanziamenti per attivare un progetto complessivo di risanamento e riqualificazione della Piazza, che preveda una sua recinzione stabile, come nella Villa Comunale e in altre aree verdi della città, con apertura controllata durante il giorno e con un nuovo utilizzo dell’edificio porticato per attività culturali. Strutture e parti del monumento hanno inoltre bisogno di interventi di conservazione dei manufatti in pietra leccese, in marmo e in bronzo, mentre le aiuole dovranno essere fornite di un impianto di irrigazione che eviti l’attuale stato di abbandono.
In alternativa si potrebbero collocare in tutta la piazza iscrizioni di minaccia e di maledizione, come avveniva nelle città romane. Una di queste fu rinvenuta a Pompei: “CACATOR CAVE MALUM / AUT SI CONTEMPSERIS HABEAS / IOVE IRATUM” (CIL IV. 7716) “O cacatore stai attento/ o se ignori (questa minaccia) che tu possa/ incorrere nell’ira di Giove”.
Ma credo che non funzionerebbe.
[Pubblicato nel “Nuovo Quotidiano di Puglia” del 17 luglio 2024]