Cacator cave malum…

di Francesco D’Andria

Non credevo ai miei occhi. L’altra mattina, verso le 8,30, costeggiando i giardinetti di Piazza d’Italia, proprio di fronte a Porta S. Biagio: nel centro del complesso dedicato ai Caduti, dietro l’altare antico e la statua di Vittoria alata in bronzo, era accucciato un individuo in maglietta verde con i pantaloni abbassati, intento ad espletare i suoi bisogni corporali in pubblico, incurante del luogo e dei passanti. Per me era come ricevere uno schiaffo in pieno volto, un’offesa al luogo segnato dai nomi di giovani salentini morti per la Patria. Ritornavo sui miei passi, manifestando ad alta voce la mia riprovazione, con il risultato di suscitare il riso di altri due persone senza fissa dimora, che bivaccavano sulle panchine, tra rifiuti di ogni genere e bottiglie di birra abbandonate per terra.

Doveva essere quello uno spettacolo consueto in questa parte della nostra città in cui il degrado appare ogni giorno di più tangibile. Ho subito telefonato ai carabinieri i quali mi assicuravano di essere al corrente della situazione e scrivevo una segnalazione al Comando dei vigili urbani, ricevendo una garbata risposta che tuttavia rivelava la difficoltà di risolvere in modo definitivo il problema: il Comune di Lecce infatti offre alle persone senza fissa dimora la possibilità di un riparo notturno presso la Masseria Ghermì, gestita dalla CRI, oppure contattando altre strutture (“Casa della Carità”, “Casa Comune” di via Don Bosco), che si occupano dell’accoglienza di persone in stato di indigenza. In ogni caso le pattuglie che intervengono fanno allontanare le persone che rifiutano il ricovero notturno e, nel caso di esiti negativi, danno mandato alla ditta Monteco del recupero delle masserizie e della pulizia dell’area.

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