Un libro per l’estate: quattro ragazzi e un clown, mister Butterfly e il cuore segreto che sopravvive

Sa che bisogna sfondare i confini, scardinare le categorie, trasgredire quando e quanto è necessario, abolire ogni differenza, rifiutarsi qualsiasi indifferenza, negare il contrasto, il dualismo, il contrario: medici e pazienti, adulti e bambini, allievi e insegnanti, i sani e i malati, il buio corridoio del reparto e il viale illuminato di città.

Hoover, clown che conosce l’arte e l’artificio della trasformazione, sa che il comprendere comporta, forse impone, l’essere: essere l’altro per comprendere l’altro, penetrare nella sua dimensione, assorbire la sua storia, la sua memoria, il suo pensiero, avvertire lo stesso tremore, l’estraneamento, il desiderio, baciare la scarpe di Ralph sporche di cacca, respirare con lo stesso ritmo del respiro di Harold, scendere, sprofondare fino al senso del loro esistere, fino a raggiungere il cuore segreto che sopravive. Il clown  tenta il prodigio sfidando e violando i limiti del corpo, le convenzioni del pensiero, la prevedibilità degli eventi. Scrosta la superficie delle cose per svelarne la materia che nascondono, trucca le storie per consolare o incantare,  cerca lo stupore provocato dal sublime o dal suo contrario, dalla bellezza evidente o celata, tenta l’impossibile pensando che il possibile coincida con la mediocrità, subisce l’attrazione dell’orizzonte impedito, dello scandaglio di profondità sconosciute, del volo ad altezze vertiginose. Così Hoover e Tina osano il volo sull’argine del precipizio dell’impotenza, lui tendendo il coraggio e la fantasia, lei  la volontà e le gambe inutili e svuotate fino allo spasimo, allo sfinimento.

Ma quando Tina, aggrappata alla sbarra, riesce a flettere le ginocchia in un “ demipliè” quasi perfetto – mentre Madama Butterfly trasforma in cielo il soffitto di una lavanderia – il dolore diventa estasi, la disperazione strada che porta al possibile, allora per un istante il corpo si scioglie dalle pastoie della menomazione, il pensiero conquista una dimensione che appartiene al futuro: è la proiezione, l’elevazione, il volo. Intanto Mickey mastica un lembo di camicia, parlando tra sé e sé; Ralph cerca disperatamente di infilare in un calzino i suoi pupazzi; Harold prende a pugni i demoni che lo insidiano dai muri.

Il clown e i ragazzi vivono in un romanzo intitolato Mister Butterfly, pubblicato in Italia nel 1994 da Tranchida editori con la traduzione di Anna Pensante.

L’autore, Howard Buten, psichiatra specialista di bambini autistici, ha lavorato al Children Orthogenic  Centre di Detroit e al Neuro Psychiatric Institute dell’Ucla, ha diretto ricerche per lo studio sulla comunicazione artistica, ha scritto trattati e romanzi. Un romanzo straordinario. Che fa ridere e piangere mentre si ride.

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, Domenica 14 luglio 2024]

Questa voce è stata pubblicata in Recensioni e segnalazioni e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *