di Antonio Errico
Mickey, undici anni, schizofrenico, con una competenza linguistica che si esprime nella pronuncia con adeguati toni e registri di una parola per lui carica di potenziale semantico: “crepa”; Ralph, sindrome di Down, disintegrazione della personalità. Poi Harold, dodici anni. A dieci lo trovarono legato al letto, in cantina, illividito dai colpi dei tubi di gomma con i quali lo picchiava suo padre.
Anche Tina ha dodici anni. E’ nata con le gambe al contrario. I genitori litigarono per anni. Lei restava immobile nella culla. Poi divorziarono senza che nessuno dei due ne chiedesse l’affidamento. Fu adottata da due alcolizzati.
Hoover Sears: inventore del naso con bip- bip incorporato, clown (artista) con una carriera distrutta dall’avvento dei videogiochi, uomo accerchiato dal ricordo di un angelo di nome Paula che lo ha lasciato, tre avvisi di sfratto.
Nel suo ultimo spettacolo all’Ospedale dei bambini, terminato il numero nel reparto dei malati di mente, viene a saper per caso che lo Stato offre settecentocinquanta dollari al mese a chi garantisce una sistemazione a uno di quei bambini. Fa i conti. Ne prende quattro.
Hoover, il clown, ha un obiettivo preciso, inequivocabile, che consiste nella ricerca di elementi e condizioni che consentano la dimostrazione di un principio ( o lo svelamento di un significato inespresso) che si può sintetizzare in una frase: solo il cuore segreto sopravvive.
Per giungere alla dimostrazione della sopravvivenza del cuore segreto quale unica – assoluta – affermazione della irripetibilità dell’essere, il clown sa che bisogna superare la prova esistenziale della conoscenza o del riconoscimento, della scoperta o della riscoperta, del rispecchiamento.