di Antonio Lucio Giannone
Lecce, 31 agosto 2007
Carissimo Lucio,
So che il nostro caro Uccio Mangione ti ha già informato che io ho letto con attenzione il tuo contributo su Gli studi novecenteschi di Gino Rizzo, apparso sull’ultimo fascicolo degli “Studi Salentini” (LXXXIII, 2006, pp. 301-317); e che mi è anche molto piaciuto, perché asciutto, come è nel tuo stile, privo di fronzoli e tutto cose, vere e documentate. Desidero confermarti, con la presente, il mio giudizio estremamente positivo; e anche esprimerti la mia gratitudine per l’attenzione da te prestata, sempre giusta e discreta, all’aspetto principalmente metodologico della mia “presenza” nella sua attività scientifica e nella sua produzione critica. Lo faccio ben volentieri, anche perché mi par necessario aggiungere e precisare qualche altra considerazione riguardo alla mia “diffidenza verso la contemporaneità, poi nel corso degli anni attenuatasi ecc.” (p. 301). In altri tempi non l’avrei fatto; ma ora che sono agli estremi confini della vita, ritengo indispensabile farlo, e farlo con te in questa occasione, considerato che, quando io sarò costretto a tacere per sempre, tu sarai al massimo della tua attività scientifica e accademica; e se lo riterrai opportuno, potrai, se capiterà altra occasione, usufruire della vera verità sullo svolgersi dei miei rapporti col Novecento.
Grazie per questo lungo contributo, illuminante ed emozionante.