di Antonio Prete
Sostanza che è già ombra di sostanza, presenza che è già passaggio di presenza : nella linea dei pioppi lungo il fiume trascorre tempo, negli arabeschi delle conchiglie dorme tempo, nelle arterie, nelle ossa e sulla pelle, nell’aprirsi del cielo sopra i tetti respira tempo, nel ricordo che affiora, nel desiderio che vola agisce tempo.
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Tra le rovine, quando la luce penetra nelle rughe delle colonne, il tempo sventaglia i suoi trionfi. L’azzurro divora colonne, piramidi, obelischi.
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L’andirivieni dell’onda sulla sabbia: il tempo racconta il principio che lo annodò al movimento e alla musica. Nascita del ritmo.
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Nel suono delle sillabe lampeggia tempo.
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La goccia che è rimasta, dopo la pioggia, sul vetro della finestra cerca altre gocce per figurare paesi e nubi. Di là dalla finestra la luna è riapparsa nel corteggio di viola : lungo il cammino si vela e si disvela. Più oltre, invisibili, corpi celesti vorticano, comete di ghiaccio e di silicio traversano regioni immense di vuoto e di silenzio.
È l’infinito l’assillo del tempo?