Eugenio Giustizieri: estasi di vita

Profeta gentiluomo. Ma il vecchio caro Eugenio,  architetto, pittore, scultore, poeta, critico d’arte raffinato, salentino doc di Sannicola, ce l’avevo sempre nel cuore, e lui lo sapeva , ed è per questo che  m’inviava i suoi “graffiti & rilievi”, i suoi collages ricchi di simboli, di  suonatori di flauto, di un  dio tutto sorrisi, del museo sottomarino e dello tsunami di crudeltà  che siamo noi stessi  quando l’egoismo ci sommerge ( l’autore deve scomparire,  il nostro nome? È solo febbre) e  purtroppo  capita sovente.  E tuttavia siamo noi lo spirito latino, e vogliamo il nostro immenso spazio. Tutte frasi di un poeta, un profeta gentiluomo, qual è stato Eugenio, sempre in volo in cerca di speranza, nonostante tutto l’immondo e l’obbrobrio che ci sta intorno e ci sovrasta.  Ho messo talora in corsivo le sue parole, i suoi versi, le sue amare profezie come questa: “Anche se fossimo capaci/ di librarci in volo,/ senza più peso, nessuno di noi/ s’alzerebbe dalla voragine tremenda/ che ci inchioda/ ad  un legno d’ulivo scorticato” Mi ricordava un po’  William Blake, il poeta, pittore e incisore inglese  che già due secoli fa diceva  che  la gente, la società era malata di Egoismo (Self-hood), ovvero il grado più basso della condizione umana: l’inferno a cui può ridurci la ragione indifferente che calcola e che separa gli uomini dagli altri uomini. Il suo era un appello a uscire dal labirinto di inganni in cui siamo imprigionati, in nome di ciò che siamo stati e ancora potremmo essere, ossia simili ad angeli, esseri divini, vicini a Dio. Per tornare nel “paradiso perduto” dobbiamo spogliarci di tutto, dobbiamo eliminare qualsiasi contesto o limite che impedisce alla mente umana di raggiungere il divino.

Logos.

Mini quaderni autarchici. Ma da buon mediterraneo, Eugenio non era così magmatico e solforoso. Tornano in lui  talvolta gli echi dei banchi di scuola, echi pascoliani,  quasimodiani, ungarettiani, con qualche spruzzata della Emily Dickinson: ”Il cuore / mi resta e tace/ mutevole al vento”…Abbiamo antica luce…L’estate / già s’evapora / e sogna… Mi estenuo / in lampi d’ombra/ come sera… (da “Ombra e Nubi”)  “Ricorderai d’avermi atteso/ e avrai passato il mare/ come quando nell’oscurità/ conoscevi la mia tristezza… Mi sei venuta a trovare …/ come la notte che consola/la vergogna, i rimorsi, i dolori/ e mi hai nascosto tra la gente/ che sogna e soffre/ Il tuo fascino/ dove la luce esplode/ non ha bisogno di parole,/ chiaro mare profondo/ accarezza l’anima in segreto/ e di nuovo il mio destino”( da “Sette poesie d’amore”).

Caro Eugenio, ho affastellato i tuoi “preziosi” mini-quaderni  autarchici, composti  da te, con le tue mani, come faceva la poetessa americana da te prediletta, che sanno  ancora accarezzare la vita, le persone, i profili delle cose; che sanno stringere e lasciare la  cenere e l’oro, l’ombra grigia e la luce. E vi ho trovato versi bellissimi: “Nell’orizzonte prima del cielo/ il nostro sguardo si perde/ adesso nel chiaroscuro delle carezze/ ad un passo dal cuore”, versi che consolano e rischiarano l’anima, anche quando sono tristi da morire:  “Che ne farò dei giorni che restano /colori evanescenti di colori fluttuanti, /di tutte le ore e della rabbia  / che lascerò su queste strade di polvere?”.

“Tu renderai grazie che la notte è consumata, e sarà tutto… Il resto è niente”, – diceva  Ezra Pound , forse il più internazionale, inevitabile, imbarazzante  poeta del novecento (ricordiamo che fu sostenitore di Mussolini e del fascismo,  processato e dichiarato traditore della patria Usa). Ma non è vero che il resto è niente, dici tu,  in queste tue  riflessioni poetiche. 

Estasi di vita. “C’è  qualcosa. C’è l’amore, tra le fiamme che bruciano il silenzio”/.C’è  l’amore nascosto tra le lacrime” ,e  l’amore è“ senza limite”. Quell’amore non potrà mai finire. E sempre verrà da te.  Come quand’eri bambino,  con lieve cuore, con lievi mani, e scandirà il tempo e i ritmi della vita pura come una musica leggera che riveste le nostre memorie, i ricordi lontani, tutta sorriso e tristezza, gioia e pietà. Il tempo in cui i luoghi geometrici della nostra vita erano i riti e le liturgie, le antiche e semplici cerimonie del mondo contadino, quell’eleganza di viva fiamma  dei camini di campagna, quel dialogare serrato rubato  alle stelle, rapito  tra le potenze dell’anima e l’invisibile, quei punti di fuga verso il regno della bellezza e del soprannaturale, il regno degli specchi raddrizzati e dei ceppi caduti, dove prendere e lasciare sono una sola cosa. Estasi di vita, la tua vita.

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4 risposte a Eugenio Giustizieri: estasi di vita

  1. Antonio Stanca scrive:

    Bellissimo e molto sentito questo omaggio postumo all’egregio architetto, pittore e poeta Eugenio Giustizieri, che ho potuto apprezzare anche come critico d’arte in occasione dell’inaugurazione della Collettiva “Contemporanearte, dal segno alla forma”, allestita nel 2007 nel Palazzo ducale Filomarini di Cutrofiano, in cui esponevo alcune mie opere insieme ad altri amici. Ricordo con particolare emozione l’ultimo incontro con lui, nella casa di Sannicola, quando sdraiato sul letto e assistito dalla bravissima moglie Paola Mezzi, pur debilitato nel fisico, riusciva con invidiabile ironia e leggerezza a conversare con noi amici, lì convenuti per l’ultimo saluto su iniziativa del suo fraterno amico, il compianto artista cutrofianese Salvatore Carbone, lo stesso che, alcuni mesi dopo, nel giorno del funerale, piangeva e abbracciava il corpo ormai esanime del suo caro Eugenio.

  2. augusto benemeglio scrive:

    Grazie, Antonio. ho conosciuto anche Salvatore Carbone, al quale feci una recensione critica molti anni fa, che lui apprezzò molto. Credo che sia stata pubblicata su “Espresso Sud” dell’amico Nicola Apollonio, rivista con la quale collaboro da una trentina d’anni, più o meno, e, se non erro, vi ho letto qualche tuo articolo. Eugenio è stato un artista e un gentiluomo nel senso più nobile della parola. Ci ha lasciati prematuramente, scavando uno dei tanti vuoti che (avanzando con gli anni) man mano si creano intorno a noi, e difficilmente riesci a colmare. Non ho conosciuto la moglie, ma credo che una volta mi scrisse due righe per lo stesso articolo che tu hai letto e fa parte del mio ultimo libro ( “Arrembaggi e naufragi”) e, a suo tempo, è stato pubblicato sulla Rivista in questione. Se ti capita di vederla, o sentirla, ti prego di far giungere alla Signora il mio più gentile omaggio e saluto. Grazie.

    • Antonio Stanca scrive:

      Caro Augusto, ci siamo conosciuti molti anni fa in occasione di una tua conferenza, che ho molto apprezzato, ma non frequentati. In compenso leggo sempre con vivo piacere i tuoi scritti. In uno di essi, dedicato al commento de “I due Pinocchio” della bravissima poetessa e animatrice culturale M. Rita Bozzetti, mi hai onorato di un breve apprezzamento per le sei foto, riproducenti miei lavori pittorici, ivi inserite nella copertina e nell’interno del poema. Paola Mezzi era stata mia collega nella Scuola Media “Giovanni XXIII” e l’ho poi rivista, in qualità di consorte del compianto Eugenio: una donna esile nel fisico ma, mentalmente e spiritualmente, forte, che ha saputo assistere sino alla fine il ‘poeta gentiluomo’ e guidare da sola i due figli nelle peripezie della vita. Non la vedo da molti anni e quindi non saprei come inoltrarle i tuoi saluti. Il nostro comune amico ed eccellente pittore, Mimmo Anteri, col quale ho esposto in varie mostre, potrebbe fornirti il numero di cellulare. Ti ringrazio per aver risposto al mio commento. Nel caso desiderassi conoscere un po’ di più la mia ricerca visiva, potresti navigare in questo bel sito, curato dal bravissimo amico e scrittore Gianluca Virgilio, cliccando su’Antonio Stanca’ e scovando nell’archivio una cinquantina di foto e alcuni scritti; su instagram.com/a_tancas/ troverai una quarantina di opere. Ti ringrazio per aver risposto al mio breve commento sulla figura di Eugenio e spero di poterci incontrare in futuro. Il mio indirizzo e-mail è: stanca_antonio@libero.it. Ciao. Antonio Stanca

      • Augusto Benemeglio scrive:

        Caro Antonio, andrò sicuramente a vedere il sito che ti riguarda. Sì, ora mi ricordo dei Due Pinocchio e del breve commento che feci sulle tue opere, ma sono certo che anche con la penna te la cavi alla grande. Cmq. Ci sentiremo al più presto. Un abbraccio e tanti auguri per il prosieguo della tua attività artistica. Ciao Augusto

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