Manco p’a capa 208. Assicurazioni e armi: non siamo mica scemi!

In questi giorni l’Italia è tagliata in due: il nord flagellato dalle inondazioni, il sud dalla siccità. Sono le due facce del riscaldamento globale. Le alte temperature fanno aumentare l’evaporazione da mari e oceani e l’acqua immessa in atomosfera prima o poi torna giù. E spesso non è distribuita in modo omogeneo. In alcuni posti non piove, in altri ci sono inondazioni. Sono gli eventi estremi di cui parlava l’assicuratore a Santa Fe: la loro frequenza ed intensità è in continuo aumento. Le alluvioni tipo quelle di Firenze e Genova “ci sono sempre state”, ma non con la frequenza e l’intensità di questo periodo storico. Lo riscrivo perché gente come Belpietro stenta a capire.
Ora ci dicono che bisogna spendere quantità abnormi di denaro (pubblico) in armamenti. La giustificazione è la sicurezza da possibili aggressioni di paesi ostili. Al contrario, spendere soldi pubblici per la nostra sicurezza da possibili catastrofi climatiche è insostenibile!!! Per il momento, volendo fare un ragionamento strettamente economico, il nostro paese non ha sofferto invasioni di potenze ostili, mentre i danni e i morti causati da eventi estremi sono ben evidenti, concreti. Il rischio di invasioni è nettamente inferiore rispetto al rischio di catastrofi dovute al clima. Tra scegliere di “assicurarsi” contro un pericolo ipotetico (l’invasione) oppure contro un pericolo reale, di cui già si sta soffrendo in modo intenso, la decisione logica vorrebbe che si dedicassero più risorse per coprire i costi veri, quelli che già dobbiamo sostenere. E invece no. Scegliamo di spendere cifre immani in armamenti, e programmiamo di aumentarle, mentre ci rassegniamo ad abbandonare le garanzie che ci mettono al riparo dai disastri ambientali.
I costi economici di non contrastare il degrado ambientale sono ben superiori rispetto ai costi di iniziative che ci mettono al riparo dal degrado ambientale. Dobbiamo rimuovere le cause del degrado, ottimizzando i nostri sistemi di produzione e consumo, e ci dobbiamo adattare alle nuove condizioni: la transizione ecologica. Chi vi dice che sarà un bagno di sangue magari poi vi chiede di assicurarvi contro le conseguenze del riscaldamento globale, visto che sarete lasciati a bagno nel vostro sangue, se sarete colpiti. Ora ci dicono che dobbiamo costruire nuove centrali nucleari, ma nessuno riesce a trovare un sito per le scorie prodotte dalla nostra breve storia nucleare. Ogni proposta si rivela sempre più pazzesca. Per poi scoprire che le aziende che producono armi producono anche centrali nucleari.
Nel film The Age of Consequences il regista Jared Scott intervista alti ufficiali del Pentagono sulle conseguenze del cambiamento climatico sulla sicurezza nazionale USA. I generali concordano che le armi che hanno a disposizione sono potentissime ma che serviranno a poco per garantire la sicurezza nazionale dai problemi causati dal cambiamento globale, dai disastri agli arrivi sempre più frequenti di rifugiati climatici. Questi problemi non si risolvono con le armi, ci dicono i generali. Si risolvono cambiando i nostri sistemi di produzione e consumo, rendendoli sostenibili ecologicamente, economicamente e socialmente: la transizione ecologica. Noi, però, non siamo mica scemi: investiamo i fondi pubblici in armamenti e abbandoniamo i cittadini a se stessi, in balia delle assicurazioni. Ripeto: ma siamo sicuri che sia questo quel che vogliamo?

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 3 luglio 2024]

Questa voce è stata pubblicata in Manco p’a capa di Ferdinando Boero, Politica, Prosa e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *