Diverse sono le condizioni del vivere, cioè i comportamenti adottati dai soggetti: essi sono atti a libertà vincolata poiché in gran parte condizionati dalle situazioni economiche, sociali e culturali in cui il soggetto vive. La Carta di Ottawa è il risultato del primo Congresso Internazionale sulla Promozione della Salute, tenutosi, appunto, nella capitale canadese dal 17 al 21 novembre 1986. Essa è stata sottoscritta dagli Stati appartenenti all’ Organizzazione Mondiale della Sanità, e ancora oggi è un documento fondamentale per le politiche e gli interventi rivolti alla promozione della salute. La Carta si faceva fautrice di una teoria socio-ecologica della salute rivolta alle nazioni industrializzate e non e mirava a creare migliori condizioni possibili per un sano sviluppo dell’uomo in tutte le condizioni (lavoro, tempo libero, ecc.) e nelle varie fasi della vita. La Carta definisce la Promozione della Salute come “il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla”. Essa enuncia quali sono i prerequisiti e le risorse fondamentali per la salute: la pace, la casa, l’istruzione, il cibo, il reddito, un eco-sistema stabile, la continuità delle risorse, la giustizia e l’equità sociale, e quindi detta le strategie: costruire una politica pubblica per la salute, creare ambienti che la favoriscano, raggiungere un migliore livello della stessa.
Dal 1986 ad oggi si sono tenute ben 10 conferenze Internazionali sulla Promozione della Salute, precisamente la 2^ si è svolta ad Adelaide (Australia) dal 5 al 9 aprile 1988; la 3^ a Sudsvall (Svezia) dal 9 al 15 giugno 1991, la 4^ a Jakarta (Indonesia) dal 21 al 25 luglio 1997; la 5^ si è tenuta dal 5 al 9 giugno 2000 a Città del Messico; la 6^, nell’agosto 2005, a Bangkok (Thailandia); la 7^ a Nairobi (Kenya), nell’ottobre 2009; la 8^ si è tenuta dal 10 al 14 giugno 2013 ad Helsinki (Finlandia), la 9^, dal 21 al 24 novembre 2016, a Shanghai (Cina). L’ultima si è svolta on-line dal 13 al 15 dicembre 2021 a Ginevra (Svizzera). Tutte queste Conferenze globali hanno affrontato sistematicamente i cambiamenti politici, culturali, e le misure di salute pubblica dando, sulla falsariga della Carta di Ottawa, delle raccomandazioni per creare le condizioni affinché le persone possano esercitare un maggiore controllo sui fattori che impattano sulla propria salute e sulla propria vita. Quindi, a distanza di più di 30 anni, la Carta di Ottawa costituisce un importante quanto attuale documento di riferimento per lo sviluppo di politiche orientate alla salute.
Diversi fattori (politici, economici, culturali, ambientali) possono favorire o danneggiare la salute, per cui la promozione della salute ha come obiettivo primario quello di controllare i fattori determinanti della salute e di renderli positivi e non lesivi dell’uomo, non dell’uomo in sé, ma dell’uomo che è tutt’uno con la famiglia, la comunità civile e politica e l’ambiente fisico e socioculturale. Non è possibile conquistare il massimo potenziale di salute se non si è in grado di controllare i fattori che la determinano; e sono state individuate tre aree che si occupano di promozione della salute, cioè educazione alla salute, prevenzione e tutela della stessa.
Nel 2005 la Conferenza di Bangkok affermava: “Migliorare la salute e le pari opportunità di salute dovrebbero essere al centro dello sviluppo globale e nazionale” … “le raccomandazioni per il raggiungimento della salute sono rivolte alle persone, ai governi, ai politici a tutti i livelli, alla società civile, al settore privato e alle organizzazioni internazionali”. E ancora: “La globalizzazione può offrire nuove opportunità di cooperazione per migliorare la salute attraverso perfezionate tecnologie di informazione e comunicazione … il progresso verso un mondo più sano richiede una forte azione politica, una ampia partecipazione e un sostegno intenso e la condivisione di esperienze”.
Nel 2016 la Dichiarazione di Shanghai sottolineava come “ la salute delle persone non può più essere separata dalla salute del pianeta e la crescita economica da sola non garantisce il miglioramento della salute della popolazione. Le disuguaglianze di salute sono inaccettabili, occorre una azione collettiva globale”. E ancora: ”I profitti non devono essere considerati prioritari rispetto alla salute”… “la promozione della salute nei luoghi di lavoro è una strategia che ha lo scopo di migliorare la salute e il benessere delle persone nel contesto lavorativo ritenuto un setting privilegiato per l’adozione di stili di vita salutari”… “I luoghi di lavoro che promuovono la salute, incentivano e promuovono l’attività fisica, offrono opportunità per smettere di fumare, promuovono una alimentazione sana, attuano misure per migliorare il benessere nel lavoro e oltre il lavoro”.
La 10^ Conferenza globale organizzata a Ginevra ha approvato un documento (Carta di Ginevra) che dà un ulteriore impulso ai determinanti strutturali della promozione della salute, alla luce del nuovo contesto globale caratterizzato da grandi cambiamenti tecnologici, eco-ambientali e sociali. La Carta di Ginevra getta le basi su come le società devono affrontare in futuro i maggiori rischi per la salute e creare le condizioni in cui le persone possono effettivamente avere più controllo sulla propria salute, inoltre sottolinea che “le principali strategie politiche devono essere ripensate in quanto l’attuale struttura dell’economia porta ad una distribuzione iniqua del reddito, della ricchezza e del potere. Un’economia del benessere ha quindi obiettivi diversi come il benessere umano, l’equità e la sostenibilità ecologica”. La Carta di Ginevra affronta anche l’impatto della trasformazione digitale che “non deve essere considerata come qualcosa di separato, ma anzi sempre più integrata in tutte le sfere della vita e della società: dall’assistenza sanitaria ai nuovi approcci per la prevenzione delle malattie, epidemie e pandemie”… “Proprio per questo deve essere gestita in modo da evitare l’esacerbarsi delle già esistenti iniquità di salute”. La trasformazione digitale, l’espandersi dell’uso dell’intelligenza artificiale ed altri sviluppi scientifici e tecnologici possono indubbiamente risultare strumenti utili e rappresentare un valore aggiuntivo per la salute e il benessere delle persone. E ancora bisogna fornire “le basi affinché tutti i membri delle generazioni attuali e future possano prosperare su un pianeta sano, indipendentemente da dove vivono”. E questo si può realizzare con una visione positiva della salute che integra il benessere fisico, mentale, spirituale e sociale e dove vengono rispettati i principi dei diritti umani, della giustizia sociale e ambientale, della solidarietà, dell’equità di genere, dell’equità intergenerazionale e della pace. In una società del benessere bisogna creare condizioni eque di uguali opportunità per ridurre le disuguaglianze economiche, sanitarie, di genere. E a proposito di disuguaglianze di genere va ricordato quello che dice Soon-Young Yoon, rappresentante dell’ONU per la International Alliance of Women: “Pace, intesa come fine della violenza contro le donne, ma anche come un prerequisito funzionale per una società del benessere e una democrazia sana; sicurezza, non solo personale, che permetta di esercitare le libertà individuali e i diritti dei cittadini, ma anche la sicurezza di avere il cibo, una casa, e l’assenza di conflitti armati; infine la necessità di una stretta collaborazione tra una vita sana (dalla culla alla tomba), una società del benessere ed un pianeta sano”.
Ma se vogliamo creare la società del benessere bisogna anche guardare il mondo attraverso gli occhi dei giovani, riconoscere le loro aspirazioni e i loro timori per il futuro. Essi considerano il benessere una priorità. I giovani saranno i cittadini del futuro, dice il prof. Srinath Reddy, presidente della Public Health Foundation of India. Le disuguaglianze sistemiche e sociali sono state amplificate dalla pandemia da Covid-19. Di conseguenza, la promozione della salute è stata compromessa o, più precisamente, ha subito alcune battute di arresto durante questo periodo. Gli effetti della pandemia e le crisi aggravate dalla guerra in Ucraina hanno comportato un allontanamento dagli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda il 2030, cioè si è registrato un peggioramento dell’obiettivo 3 (salute e benessere) e dell’obiettivo 10 (riduzione delle disuguaglianze). L’Agenda 2030 è stata sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite, tra cui l’Italia, e si basa su cinque concetti chiave o delle 5P (persona, prosperità, pace, partnership, pianeta). Essa è stata ideata per creare uno sviluppo sostenibile e per condividere l’impegno a garantire un presente ed un futuro migliore al nostro pianeta e alle persone che lo abitano.
È vero che le misure prese in corso di pandemia da Covid-19 come lockdown, distanziamento sociale, chiusura delle scuole, ecc. hanno limitato l’epidemia e protetto una parte della popolazione, soprattutto gli anziani, ma dall’altra parte hanno mostrato conseguenze negative sull’insieme della popolazione, inclusi i bambini. Si è assistito ad un aumento delle disuguaglianze di salute e sociali, della violenza intra-famigliare, dei disordini mentali, e ad una riduzione delle aspettative di sopravvivenza per molte persone affette da malattie croniche.
Il prerequisito per costruire la società del benessere si basa su un sistema equo di protezione sociale ed ambientale e sull’impegno dei diritti umani: occorre una maggiore partecipazione della società civile ed una forte volontà politica di ridurre le disuguaglianze; occorre creare condizioni di pari opportunità e nello stesso tempo c’è la necessità di regolamentare i determinanti della salute, in particolare quelli commerciali come qualità di cibo, tabacco, pubblicità sull’alcool, spot televisivi, ecc., renderli sensibili e responsabili per il loro impatto sulla salute pubblica. Questo si può ottenere aumentando la consapevolezza dei consumatori, e anche il settore privato deve riconoscere che la salute e il benessere di una società offrono un cospicuo dividendo all’economia con benefici per tutti. Quindi tra i compiti della sanità pubblica non c’è solo quello di offrire cure e assistenza ai malati, ma anche quello di promuovere la salute di tutti i cittadini: prevenzione significa sia garantire ai cittadini il diritto alla salute sancito dalla Costituzione sia di avere meno persone da curare con importanti benefici non solo sul piano sociale ma anche economico e quindi non solo per il singolo cittadino in salute, ma anche per l’intera collettività. Da qui l’importanza di promuovere interventi e investimenti che consentano di vivere una vita sana, attiva, indipendente sino alla tarda età. Intervenire ancor prima che i cittadini si ammalino e necessitino di cure.
Tutti i responsabili politici e non, a qualsiasi livello, sono esortati a formare una grande alleanza per raggiungere l’obiettivo comune della salute per tutti, affiancando quello dell’equità e dello sviluppo sostenibile per costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani. F. Lirussi ed E. Ziglio sostengono: “Sicuramente rimangono molte barriere da superare per realizzare una società del benessere. La strada da percorrere è indubbiamente complessa e non priva di sfide. Ma non intraprenderla non è una opzione percorribile se si vuole preservare la salute, la giustizia sociale e la sopravvivenza della vita sul nostro pianeta. Questo è quello a cui aspira una “Well being society”.
Bibliografia
L. Cambon. Thematic Deep Dive 1B. Health Promotion for well-being societies, 10th Global Conference Health Promotion, 13-15 December 2021;
1. P. Lemma, Promuovere salute. Principi e strategie. Pensiero Scientifico, Ed., settembre 2018;
F. Lirussi, E. Ziglio, ONE health: un approccio e un metodo non più rinviabili. Scienzainrete, 8 febbraio 2021;
Id, Circular Health: a need approach to promote health and prevent pandemics and other health hazards, SEEIPH, special volume n.1, 2022;
Id, Da Ottawa a Ginevra: dare priorità alla promozione della salute per creare società del ben-essere, Sistema Salute. Ed. Cultura e salute, Perugia, 2023, in press 5. Soon-Young Yong. Thematic Deep Dive 1B. Health Promotion for well-being societies. 10th Global Conference Health Promotion, 13-15 December 2021;
S. Reddy, Thematic Deep Dive 1B. Health Promotion for well-being societies. 10th Global Conference Health Promotion,13-15 December 2021.