di Nello De Pascalis
Albeggiava quando incappammo in un posto di blocco. Per una pistola in plastica posta sul cruscotto, volevano condurci al Comando. Il carabiniere col mitra spianato ci guardava torvamente, gli altri due controllavano ogni angolo della macchina. “L’ha scordata il mio bimbo – dissi – ha la mania di giocare agli indiani”. Non volevano ammettere ragioni; neanche gli attrezzi da pesca, le nostre tenute bastavano a farli desistere. Ci tenevano bloccati sull’asfalto, continuando il servizio di controllo su altre autovetture. Gaetano cominciava a innervosirsi: il viso gli si faceva via via paonazzo. “Sono un ispettore dell’Inps – disse – mostrando il tesserino, ed il mio amico è un professore, amante della pesca quanto me; siamo diretti a Marina Serra”. Seguì una serie di telefonate, da parte dei carabinieri, e solo dopo ci lasciarono andare.
L’alba si era allontanata da un pezzo, e forse anche le occhiate.