Solo il pensiero nuovo dei ragazzi potrà salvare il pianeta

Un pensiero nuovo è un pensiero creativo: che significa capacità di operare uno scarto dalla comune grammatica della visione e della interpretazione dei fatti e dei fenomeni della natura e della cultura, che implica armonie e disarmonie di forme e di espressioni, che a volte  ha origine  in  passioni brucianti, che si manifesta con coerenze e contraddizioni. Un pensiero nuovo è complesso, composito, articolato, multiforme, eterogeneo, dai contenuti provenienti da tutti i territori culturali, richiama esperienze di diversa natura e diversi risultati, formula nuovi concetti e nuovi linguaggi, disegna nuove prospettive e  sviluppa nuove visioni.

Ma non si può elaborare un pensiero nuovo quando il pensiero si è già conformato, strutturato. Forse nemmeno a vent’anni si può elaborare un pensiero nuovo. Forse può svilupparsi soltanto nella stagione dell’adolescenza. Ancora di più in quella dell’infanzia. Quando è quasi naturale rivolgere al mondo uno sguardo diverso, obliquo, trasversale. Quando non si hanno ancora giudizi definitivi, inappellabili. Quando nel nuovo non si intravedono o non si sospettano incrostazioni di significati. Forse in quelle stagioni, in quelle età è possibile pensare con un pensiero nuovo. Perché a quelle età è ancora tutto veramente nuovo, tutto intero. Poi perché è quella l’età in cui si pensa di cambiare il mondo, di farne uno nuovo. E’ quella l’età in cui si confonde la fiaba con la realtà. Dopo quell’età la fiaba si dissolve, o comunque si sfilaccia; interviene la consapevolezza che i sogni sono sogni e non realtà parallela.  Il mondo salvato dai ragazzini, diceva Elsa Morante.

A quel loro pensiero nuovo è affidata la sopravvivenza del pianeta. E’ solo un esempio, che però li contiene tutti. Non ce n’è un altro che non sia conseguente. Ecco, dunque. La sopravvivenza del pianeta – di questo che ospita gli ingrati che siamo – dipenderà da un pensiero nuovo che comprende  parole come esistenza, solidarietà, altruismo, scienza, sensibilità, umanità, natura, razionalità, senno,  coscienza. Forse basterebbe solo l’ultima parola: coscienza.

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, domenica 23 giugno 2024]

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