L’esercito della UE

Austria          25.000

Belgio             26.000

Bulgaria         152.000

Rep. Ceca      26.000

Cipro              12.000

Croazia           12.494

Danimarca     23.400

Estonia           5.600

Finlandia        4.380+18.400

Francia           130.000

Germania       184.000

Grecia             100.000

Irlanda                        7.310

Italia                94.026

Lettonia          5.000

Lituania          3.500+5.300

Lussemburgo            1.100

Malta              2.140

Norvegia        11.600

Olanda           23.370

Polonia          65.000

Portogallo      44.992

Romania        67.000

Slovacchia     10.300

Slovenia         6.603

Spagna           127.000

Svezia             6.850

Ungheria        28.000

______________________

Totale             1.259.325

I dati si riferiscono agli uomini effettivamente in servizio nelle varie armi e non tengono conto di eventuali riserve o disponibilità.

Non è stato possibile effettuare un conteggio degli armamenti disponibili, perché ciò avrebbe richiesto una indagine molto minuziosa sui singoli siti.

Pur con queste limitazioni, possiamo dire che la UE dispone di 1.259.325 uomini che potrebbero essere immediatamente mobilitati. Il problema è solo logistico. Poiché sono dislocati nei singoli Stati, sarebbe necessario trovare il modo di spostarli nei luoghi in cui ce ne fosse bisogno. Ma, poiché tra gli stati europei non ci sono (o non ci dovrebbero essere) pericoli di guerra il problema è solo pratico. Si tratta solo di costituire un comando militare unificato che abbia il potere di manovrare le truppe esistenti. Che senso ha costituire un nuovo esercito, al di fuori di quello attualmente disponibile?

La situazione non cambia se si passa a considerare la consistenza dalla NATO (che ingloba, oltre alla UE, anche altri Stati quali gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Turchia).

Dai dati forniti il 24 marzo 2024 dal sito Lo Spiegone si ricava il seguente quadro, relativo ad un possibile confronto con la Russia, e che riportiamo fedelmente, trascurando commenti di tipo strategico:

“In termini di personale militare, i 32 Paesi membri della NATO hanno a disposizione un totale di circa 5.810.000 effettivi, dei quali ben 3.358.000 sono soldati attivi. Di contro, il personale militare disponibile per Mosca ammonta a 3.358.000, dei quali 830.900 sono soldati in servizio. Anche per quanto riguarda l’aviazione, la NATO sembra disporre di un cospicuo vantaggio. Il numero totale di velivoli in possesso dell’alleanza raggiunge le 20.600 unità, delle quali 3.300 circa sono aerei da caccia e 8.600 elicotteri, ai quali fanno fronte 4.200 velivoli, di cui circa 770 sono caccia/intercettori e 1.500 elicotteri.

Non troppo schiacciante è invece la superiorità della NATO in termini di mezzi corazzati. I carri armati russi arrivano a contare ben 12.500 unità, mentre la NATO pone sul piatto della bilancia un numero totale di circa 14.500 mezzi corazzati.…

Per completare il quadro degli armamenti convenzionali, bisogna anche tener conto delle forze navali. Un ottimo indicatore è costituito dal numero di portaerei. Solo gli Stati Uniti ne hanno ben 20 a disposizione, alle quali si aggiungono le quattro della Francia, due del Regno Unito e due Italiane. Solo una portaerei è invece in mano alla Russia…

Infine, non può essere escluso dal conteggio delle forze in campo l’immenso arsenale nucleare di Mosca. Il Cremlino vanta ben 1.185 missili balistici intercontinentali, mentre la NATO, i cui armamenti nucleari sono principalmente costituiti dai missili statunitensi, ne possiede solo 800. È invece superiore il numero di SLBM (submarine launched ballistic missiles) a disposizione della NATO. In aggiunta, la Russia possiede un ammontare maggiore di armi nucleari non strategiche e tattiche (ossia con minor raggio di gittata e potenziale distruttivo ridotto), le quali ammontano a ben 1.900 missili contro i 230 dell’alleanza Atlantica”.

Non sappiamo se nei dati sul personale militare appena riportati siano compresi anche gli uomini che abbiamo conteggiato come appartenenti alla UE, ma ciò non ha importanza perché, se dovessero essere conteggiati, altererebbero il rapporto in favore della NATO.

Se questi dati sono attendibili possiamo dire che la UE (e la NATO) ha già un “cospicuo vantaggio militare” tranne che nel settore nucleare. Ed allora a che dovrebbe servire l’aumento delle spese militari richiesto a gran voce se non ad aumentare questo arsenale? Ma ciò richiederebbe una spesa ben maggiore di quella prevista ed un tempo lungo almeno quanto quello impiegato per costituire l’attuale arsenale. La conseguenza è che la UE difficilmente riuscirà a raggiungere l’autonomia nucleare entro breve tempo e deve restare sotto l’ombrello americano.

E allora, perché tutta questa fretta al riarmo?

Questa voce è stata pubblicata in Politica e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *