di Guglielmo Forges Davanzati
Suscita interesse la lettura dei programmi dei partiti politici italiani per le elezioni europee, dalla quale emerge la rilevante somiglianza delle proposte. In particolare, tutti i partiti dichiarano di volersi opporre al ritorno delle politiche di austerità e tutti si dicono favorevoli a un piano di investimenti pubblici in Europa. La letteratura scientifica ha da tempo individuato i meccanismi che portano alla convergenza delle proposte politiche verso il centro, uniformandole: tendenza collegata all’aumento dell’astensionismo. Può anche sorprendere la rapidità dei cambiamenti: partiti che, fino a pochi anni fa, si presentavano, ad esempio, come favorevoli all’abbandono dell’euro (fra questi Fratelli d’Italia) scelgono oggi posizioni dichiaratamente europeiste. Nel caso, poi, delle elezioni europee, l’analisi del voto non può prescindere dal fatto che si tratta anche di un voto di rilievo nazionale, soprattutto se si considera il fatto che l’UME è ben lontana dall’essere un’unione politica e si è in larga misura strutturata come un ingente apparato burocratico di matrice francese. Si spiega, in tal senso, la sconfitta delle formazioni centriste, che hanno proposto un’agenda molto concentrata sui temi del processo di unificazione europeo (per esempio, le liste di Renzi e Calenda).