Sonetti dei destini IV

di Antonio Devicienti

Poi c’è Roma, stratificata città, spasmi di vita, spasmi di sole: per John Keats.

Questo tramonto senza fine forse

e trasvoli lunghissimi di rosso

se morire è succedersi di corse

disperanti fino alla poesia-osso.

.

Acqua, acqua alla fronte febbricitante

caro amico e finestra spalancata

sopra i suoni di Roma musicante

città per guarigione sospirata.

.

Ma vortica la luce per chi muore

senza poter sentire più l’odore

di salvia che lungo la scalinata

.

verso l’alto s’inabissa svelata

vertigine inzuppata nel sudore

scrittura, melanconico tremore.

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