Una lettera di… 7: Una lettera (e una mostra) di Mino Delle Site, aeropittore futurista leccese

Con Mino Delle Site (Lecce, 1° maggio 1914 – Roma, 10 agosto 1996) mi misi in contatto nel 1978, inviandogli una lettera e l’estratto del mio saggio, Il primo Bodini, appena uscito sul n. 58 (1977) della rivista “L’Albero”. In quel mio lavoro, basato su ricerche di prima mano, avevo ricostruito gli esordi letterari e giornalistici del futuro autore della Luna dei Borboni, completamente ignorati fino a quel momento, avvenuti nei primi anni Trenta sui settimanali leccesi “La Voce del Salento” e “Vecchio e Nuovo”, nonché la sua adesione al futurismo. Nel corso di quella ricerca mi ero imbattuto nel nome di Delle Site che nel febbraio del 1933, nel capoluogo salentino, presso il Circolo cittadino (allora Circolo del littorio), aveva tenuto una memorabile mostra di aeropittura futurista presentata, con diversi articoli, proprio dal coetaneo Bodini.

Decisi, allora, di rivolgermi a lui per avere qualche informazione in merito. In quel periodo i pochi futuristi superstiti, anche a causa di pregiudizi ideologici, erano stati dimenticati dalla critica che riteneva il movimento marinettiano finito già con la prima guerra mondiale o, al massimo, nei primi anni Venti. Questa rinnovata attenzione nei suoi confronti fece piacere ovviamente a Delle Site che mi rispose con la lettera che qui pubblico, manoscritta su due facciate di un foglio piegato a metà, da cui appresi anche che era stato compagno delle prime due classi della scuola elementare di Bodini. Incominciò, da quel momento, un rapporto molto importante sul piano umano e culturale, per chi scrive questa nota, durato diciotto anni e destinato a concludersi soltanto con la scomparsa dell’artista leccese. In questa sede, però, non voglio rievocare tutte le tappe di questo rapporto, ma mi soffermerò soltanto sul primo periodo di esso, culminato con una grande mostra che si tenne nelle sale del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce nel 1989.

Ma andiamo con ordine. Dopo quel primo contatto epistolare, lo conobbi direttamente nel maggio del 1979 allorché venne a Lecce e mi invitò ad andare a pranzo con lui in un ristorante cittadino. In quell’occasione, ricordo che la prima cosa che mi chiese fu l’ora, il giorno, il mese e l’anno di nascita. Subito dopo, sulla copertina dell’estratto di un articolo che lo riguardava, tracciò il mio “tema astrologico”, completo di tutte le indicazioni necessarie: “sole”, “cielo”, “medio cielo”, “ascendente”, “generato” . In tal modo scoprii la sua passione per l’astrologia in cui aveva una fiducia cieca, al punto che comprava il quotidiano la mattina esclusivamente per leggere l’oroscopo. Questa passione gli derivava dagli anni trascorsi nella capitale, dove si trasferì nel 1930 per frequentare l’Accademia di Belle Arti e Liceo artistico, e dove era presente un filone esoterico negli ambienti artistici e letterari, come appresi successivamente. Cercò anche di “iniziarmi” ai misteri dell’astrologia, regalandomi un libro su questo argomento e spiegandomi il funzionamento dei moti planetari, ma senza grande successo.

Quello stesso anno,  sul n. 1-2 della rivista  “Sallentum”, pubblicai un saggio dal titolo Breve storia del futurismo nel Salento, nel quale figuravano anche diversi bozzetti inediti di aeropittura di Delle Site, nonché alcune sue composizioni in versi che lui stesso mi aveva mandato. Nel 1980 mi recai a Roma, munito di un registratore, per fargli un’intervista, incuriosito da ciò che già mi aveva raccontato sulla sua vita e sui suoi rapporti con personalità del mondo dell’arte e della cultura. Questa lunga intervista, dal titolo Da una scatola di colori all’esperienza futurista, che uscì sul paginone del “Quotidiano” di Lecce l’11 settembre 1980, contribuì senza dubbio alla “riscoperta” di Delle Site da parte dei suoi concittadini. In essa, rispondendo alle mie domande, egli passava in rassegna le varie fasi della sua vita e della sua attività artistica: dal precoce interesse per il disegno, fin dalle scuole elementari, alla formazione avvenuta nella Scuola d’Arte, dal fondamentale incontro romano con Marinetti e i futuristi fino agli  ultimi sviluppi della sua carriera.

L’anno dopo, ancora, sul n. 66 dell’ “Albero”, vide la luce un mio profilo del pittore attraverso la sua “fortuna” critica, dal titolo Mino Delle Site cinquant’anni di pittura, corredato di numerose immagini di opere dal 1930 al 1980. Successivamente continuai a seguire la sua attività con vari articoli e interventi, ma anche attraverso una frequentazione diretta e contatti telefonici costanti. Andavo a trovarlo spesso a Roma, raggiungendolo presso la sua abitazione nel quartiere di Monte Sacro, da dove poi ci spostavamo al centro con i bus che lui riusciva ad afferrare quasi al volo, con incredibile agilità, nonostante gli anni. Dalla capitale mi telefonava spesso e mi inviava articoli di giornali spesso con commenti ironici su fatti e personaggi conosciuti. Quando era in viaggio, poi, mi mandava cartoline di saluti che spesso riproducevano sue opere.

Nel 1982, con il dipinto Rombo di motori, del 1932, partecipò alla grande mostra “Anni Trenta. Arte e cultura in Italia”, svoltasi a Palazzo Reale di Milano, su cui pubblicai un altro articolo sempre sul “Quotidiano” di Lecce il 4 marzo di quell’anno. Come per ringraziarmi Delle Site volle offrirmi una sua opera di quell’anno, Visioritmi – Variazioni e timbri, a china e pastelli policromi, facente parte di una serie che, come lui stesso mi scrisse in un’altra lettera datata “Novembre 1981”, «si riallaccia alla mia ricerca sul SUONO-FORMA-COLORE del 1932». Il disegno era dedicato “A Lucio Giannone con tanti auguri da Mino | Roma, giovedì 4 marzo 1982”, giorno del mio onomastico.

Nel 1984, dal 30 ottobre al 22 dicembre, presso la Galleria Fonte d’Abisso di Modena, si tenne una sua importante personale, Mino Delle Site aeropittore futurista anni Trenta, a cura di Enrico Crispolti, uno dei maggiori storici dell’arte della seconda metà del Novecento e massimo specialista del movimento marinettiano in campo artistico. All’inaugurazione della mostra, dove erano esposte esclusivamente opere degli anni Trenta, venni invitato a partecipare anch’io e Delle Site volle apporre sulla mia copia del catalogo la seguente dedica: «A Lucio Giannone | intelligente e obiettivo | biografo della mia | presenza sul piano | umano e artistico | negli anni della | rivoluzione FUTURISTA | Con molta stima e | affetto da | Mino Delle Site | MODENA 27 – 10 – 1984».

Due anni dopo, nel 1986, venne organizzata a Venezia una grandiosa esposizione presso Palazzo Grassi, dal titolo Futurismo e futurismi, che ebbi la fortuna e il piacere di visitare proprio insieme a Mino. Ricordo ancora che, durante la visita, davanti a un capolavoro di Umberto Boccioni, indietreggiò improvvisamente, invitandomi a fare altrettanto, per osservare meglio il dipinto, e  fece un gesto rotatorio con le braccia a indicare il dinamismo che lo animava.

Intanto, anche in seguito ai miei interventi giornalistici, da parte delle istituzioni locali si fece strada l’idea di organizzare una mostra in città per rendere omaggio all’aeropittore futurista. Nel 1985 sembrava che a doverla fare fosse il Comune di Lecce, che aveva preso contati con lui, ma poi fu la Provincia, grazie soprattutto alla sensibilità per la cultura del suo presidente di allora, l’on. Giacinto Urso, a realizzarla nelle sale del Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano”. La cura venne affidata sempre a Enrico Crispolti il quale, a sua volta, mi propose di scrivere un saggio sulle vicende futuriste nel Salento in modo da inserire la vicenda artistica di Delle Site nel contesto culturale del territorio, anche se essa rientrava in questo  solo in piccola parte, dal momento che il pittore si era trasferito a Roma già all’età di sedici anni.

Io allora pubblicai in catalogo un saggio dal titolo Il Futurismo nel Salento (1903-1943), nel quale ampliavo il mio  precedente lavoro, dando notizia anche delle ultime sorprendenti scoperte che riguardavano due personaggi vissuti nel primo Novecento, completamente dimenticati. Si trattava di un critico, Mimì Frassaniti, di Squinzano, e di un pittore, Antonio Serrano, di Lecce, che erano stati in contatto col movimento marinettiano. Nel suo scritto introduttivo, dal titolo Un dinamico sogno di pura pittura, Crispolti, dal canto suo, ricostruiva magistralmente le varie fasi dell’attività artistica di Delle Site, dalla “preistoria” leccese al periodo dell’aeropittura, di cui metteva in rilievo il carattere “lirico”, dalla “sintesi narrativa dinamica” del secondo dopoguerra, in cui recuperava anche la lezione postcubista, fino agli ultimi sviluppi degli anni Settanta-Ottanta in cui ritornavano sorprendentemente i temi aeropittorici.

Inaugurazione della mostra di Delle Site al Museo Provinciale di Lecce,15 ottobre 1989. Da sinistra: Antonio Lucio Giannone, Mino Delle Site, Giacinto Urso, Enrico Crispolti, Vittorio Potì.

 La mostra venne inaugurata il 15 ottobre del 1989, a cinquantasei anni esatti dalla prima personale che tanto scalpore e polemiche aveva suscitato in città. Al tavolo dei relatori, il giorno della presentazione, erano presenti: l’on. Urso, il vicepresidente della Provincia, Vittorio Potì, Mino Delle Site, Enrico Crispolti e lo scrivente.

Su una copia del catalogo, dal titolo Mino Delle Site Aeropittura e oltre, dal 1930,  pubblicato dalla casa editrice Electa di Milano, Delle Site appose la seguente dedica composta, a caratteri stampatello, alla maniera di una “tavola parolibera”, in cui fra l’altro c’è un riferimento al mio segno zodiacale:  «Al carissimo Lucio Giannone | artefice e ideatore della mostra | leccese che solo dopo otto anni ha | visto la luce  nel Museo provinciale. | Quali parole di gratitudine e di | affetto si possono dire per tanta | fede e costanza? | Solo un leone | può portare a | termine le gran- | di imprese. | Che che se ne dica | la mostra è storica | a partire dalla | parabola di tempo | 1933-1983. | Ripeto affetto | e gratitudine al- | l’amico Lucio | perché il suo | futuro sia pieno | di successo e di | gioie | Mino Delle Site | Lecce 15 – 10 – 1989».

L’esposizione restò aperta fino al 3 dicembre 1989, e rappresentò senza dubbio un evento di grande rilevanza, avendo uno spessore culturale notevole che purtroppo manca quasi sempre alle mostre d’arte che si organizzano ormai da un po’ di tempo nel Salento.

Questa voce è stata pubblicata in Arte, Carteggi, Epistolari, Lettere, Diari, Letteratura e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *