Due medici patrioti: Rosato e Aureliano Demitry originari di Magliano

Rosato Demitry sposa Angela Miali Stasi, da cui nasce nel 1808 Aureliano, il maggiore dei 7 figli, che segue la stessa strada del padre, laureandosi nel 1829 in medicina a Napoli, la cui fortuna però va oltre le migliori aspettative. Sorprende la decisione di Aureliano di abbandonare subito la capitale del regno, tornando nella sua terra per sposare Concetta Illispagher di Taviano, figlia di un notaio del luogo. Un matrimonio fortunato anche se non coronato da figli. Nel Salento Aureliano si distingue non solo per gli studi di clinica medica con numerose pubblicazioni, ma anche per la lotta risorgimentale, per essere particolarmente attivo dopo il 1848, dando continuità alle idee espresse dal padre, che viene dal governo borbonico allontanato dagli incarichi amministrativi a Veglie per incompatibilità politica. Anche il figlio Aureliano ricopre nel 1860 la carica di sindaco di Taviano, ma prima va incontro a due procedimenti giudiziari nel 1850 e nel 1854 e sottoposto ad una stretta sorveglianza da parte della polizia borbonica. Il suo fervore patriottico fino alla improvvisa morte avvenuta nel 1861 non si rivela mai separato dalla ricerca medica, pubblicando innovativi studi, tra cui Caso grave di vomica polmonare cagionata da podagra retropulsa, Forma patologica di febbre efemera perniciosa colerica, Su una pomata avverso le emorroidi esterne, Sugli effetti di uno sciroppo d’Agave composto, Sull’efficacia dello Stramonio nelle affezioni tifoidee, Disfagia cardiaca curata colla belladonna, Effetti antispasmodici dell’acqua marina, Effetti dell’olio di fegato in laringite ulcerosa, Apoplessia polmonare con polipo nel ventricolo destro del cuore, Riflessioni patologiche sulle febbri tifoidee e sul presunto metodo per curarle col solfato di chinina, ed altri.

Paradossale che due medici patrioti originari di una famiglia maglianese sia stati prontamente assunti come propri dai due paesi di adozione, Veglie e Taviano, i cui amministratori hanno prolungato la loro memoria con l’intitolazione di vie e piazze. A Carmiano e a Magliano invece nulla, trattati come estranei e del tutto ignoti agli studiosi locali e al grande pubblico. E questo la dice lunga sulla cultura della classe politica che ha governato il paese.                    

                                                                                                            

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