di Rosario Coluccia
L’espressione paesaggio linguistico indica la situazione linguistica “esterna” di una determinata comunità urbana. Gli studi sul paesaggio linguistico si occupano degli oggetti (insegne, tabelloni, cartelli, pannelli, scritte sulle vetrine, ecc.) che sono collocati nello spazio esterno di un edificio e lo marcano linguisticamente; le scritte possono essere accompagnate da immagini che contribuiscono a determinare il significato complessivo del messaggio. Questi messaggi (scrittura e immagini), considerati nell’insieme, rivelano le intenzioni di chi li ha prodotti o li espone: una vera e propria manifestazione di intenzioni, legata alla scelta della lingua e alla simbologia. Il paesaggio linguistico è un prezioso indicatore dei dinamismi che attraversano la società: segnala la forza e il variabile prestigio, a seconda dei casi in ascesa o in decrescita, che le diverse lingue hanno all’interno di una certa località.
Non sono molti gli studi italiani che trattano del paesaggio linguistico. S’intitola Vuciata Kitchen Market. Il dialetto nel paesaggio linguistico siciliano un bel libro di Giovanna Alfonzetti, che insegna all’università di Catania. Il libro è uscito nel 2023 e fa parte delle pubblicazioni del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani, struttura attiva da settant’anni a Palermo, presieduta da Giovanni Ruffino. In questi decenni il Centro siciliano ha prodotto studi ammirevoli, sulla lingua antica e su quella moderna, che gli hanno dato rinomanza internazionale. A dimostrazione che al Sud si può fare eccellente ricerca, se si lavora con rigore, superando condizioni di partenza spesso sfavorevoli (merito ulteriore dei ricercatori bravi che operano nel Meridione).