Frammenti: intervista a Raffaele Gemma

Raffaele Gemma

Nell’opuscolo che illustra il lavoro degli artisti, affermi che “Frammenti” è “un’operazione multidisciplinare”. Potresti chiarire questa espressione?

R. Si tratta di operazione multidisciplinare perché ogni azione viene eseguita dagli artisti seguendo la propria inclinazione ed il proprio indirizzo di ricerca.  Le azioni spaziano dalle installazioni artistiche, alla danza, al teatro, alla musica sperimentale, alla recitazione, alle performances. Il sottoscritto ha cercato di coordinare tra di loro le varie operazioni artistiche e di ricomporre per così dire i frammenti.

In quale tradizione collochi questi artisti o, per essere più chiaro, a chi pensi che questi artisti si siano ispirati nel consueto gioco di imitazione-emulazione proprio di qualunque arte?

R.  La performance, l’happening, l’arte comportamentale e poi molte azioni dell’arte povera, affondano le loro origini nel 1952 con la storica azione di John Cage al Black Mountain Collage. Da quel momento con Fluxus e l’arte concettuale si è avuta una crescita esponenziale del fenomeno soprattutto negli anni sessanta e settanta.

Quali temi prediligono gli artisti presentati? Propongono dei motivi ricorrenti? E, in ogni caso, se dovessi in estrema sintesi segnalare il fil rouge della Mostra, quale tema ti sentiresti di indicare?

R.  Renato Grilli, con “Frammento orale”, ha recitato dei passi e dei versi partendo da Dante fino a S.Toma, G.Ceronetti, M.Atwood, R.Cayal, inserendo anche Kafka, con argomento comune la natura, gli alberi nel loro rapporto con l’uomo sin dalle origini. Sulla natura vertono anche le azioni di Corrima, che con “Resilienze” richiama l’attenzione sulle capacità insite nelle piante di reagire dinamicamente alle avversità indotte dall’uomo e di rigenerarsi, e  di Fernando Martinelli, il quale con “Frammenti di tempo”  spinge verso la riflessione e la meditazione in un’installazione immersiva composta da foglie appese al soffitto e distese a pavimento, una sedia che ospita il fruitore di turno e suoni che scandiscono il passaggio appunto del tempo. Donatello Pisanello con “Frammenti di suoni” propone le sue musiche sperimentali che creano atmosfere suggestive, alla ricerca del “momento creativo”. Fabrizio Manco svolge in progress la performance “sito contingente” (da una definizione coniata dallo stesso artista) “Mend”, assieme al suo collaboratore Alessandro del Genio, in cui cerca di collegare metaforicamente grazie anche ad un sarto gli scampoli del vissuto, i cocci della memoria, quelli che lui definisce “conduttori di relazione”, inserendo movenze di danza giapponese Butoh e le tracce sonore di Pino Manni. Infine Roberto Zozzoli con “Frammenti di grafica” dapprima divide in quattro parti una gigantografia tratta da una sua stampa offset del 1988, per poi tentare di ricucirla alla ricerca della storia e dell’evoluzione futura dell’architettura.

Chi ha seguito Syncronicart-6 aspetta la pubblicazione del Catalogo generale, dove il gran numero di artisti, di cui hai curato l’opera, troveranno la loro collocazione. Per concludere, puoi darci qualche notizia in merito?

R. Sto lavorando alle fasi finali del Catalogo assieme anche al prof. Massimo Guastella, docente di storia dell’arte contemporanea di Unisalento ed ai suoi collaboratori del TASC. Il ritardo di pubblicazione d’altro canto mi consentirà di inserirvi anche le azioni di queste ultime sei presenze. A conferma del vecchio detto: “Non tutti i mali vengono per nuocere”.

Molte grazie, Raffaele Gemma, e buon lavoro.

[Di seguito, alcune immagini dell’inaugurazione di Frammenti]

Fernando Martinelli “Frammenti di tempo” Installazione immersiva.
Fabrizio Manco “Mend” con la partecipazione di Alessandro Del Genio.
Roberto Zozzoli “Frammenti di Grafica”.
Renato Grilli “Frammento orale”.
Donatello Pisanello “Frammenti di suoni”
“Resilienze” Corrima (Corrado Marra).
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