Arriva primavera

I giovani si innamorano gli uni degli altri, si rincorrono, si raggiungono, si stringono; anche i più anziani si innamorano, ma non vogliono ammetterlo, perché l’amore non è una cosa da anziani, ed anzi esso rischia di renderli ridicoli; e allora dicono di soffrire per il cambio di stagione, per il mal di testa o le allergie, tutte cose che non si possono curare né spiegare.

C’è chi sente un’intima contentezza, una pienezza vitale, molto simile a quella che sente l’albero, i cui rami nodosi si gonfiano prima di esplodere in gemme sotto il sole di aprile.

Se dovessi scrivere un tema sulla primavera, comincerei col dire che per me essa è la prima delle quattro stagioni dell’anno e lancerei la proposta di cambiare il calendario e ritornare ai tempi di Romolo, il fondatore di Roma, quando l’anno iniziava a marzo, suppergiù con l’equinozio di primavera: finisce l’inverno e la vita si rivela nel mondo sempre per la prima volta: si fanno progetti per il futuro, ci si sposa, si inizia un’attività, si pensano cose nuove.

Pervasi dalla primavera, usciamo di casa più spesso, andiamo al mare o in campagna, desideriamo gli spazi aperti, programmiamo un viaggio, iniziamo un nuovo libro; siamo colti dall’improvvisa illusione che la vita ci riservi tante cose buone, diventiamo teneri come un bocciolo, incauti come bambini. Perciò, su, usciamo di casa, non rimandiamo al domani un piacere che potrebbe esserci negato da un colpo di coda dell’inverno!

Ad aprile ci coglie una dolce dimenticanza di tutte le cose brutte della vita. Ci inganna l’aspetto sorridente del mondo. Noi lo sappiamo, ma è tanto piacevole questo inganno che ci crediamo.

E’ arrivato il tempo di cambiare i vestiti; via la lana, rivestiamo i nostri corpi di cotone leggero, e così abbiamo la netta sensazione di rinascere come la natura, come se noi non fossimo sempre e solo una parte di essa; anzi, ce ne stupiamo!

Primavera è arrivata: splende un sole caldo, fioriscono gli alberi, verdeggiano i prati, soffia lo zefiro. Come sono piacevoli gli stereotipi! Davvero potremmo credere ai segni sensibili della vita che si riprende i suoi diritti dopo l’inverno, davvero vivere sulla Terra sarebbe un privilegio, un tenero idillio, se solo i cannoni smettessero di tuonare alle porte di casa nostra…

[2015]

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