di Antonio Devicienti
Un acquarello che rimanda a sé stesso e che medita sul proprio essere acquarello: trasparenze, velature del colore, direzioni dei tratti e, nell’apparente aleatorietà del medium che rischia sempre d’essere sfuggente, difficilmente controllabile, facile a sconfinare, colare, debordare, ecco la mente e la mano dell’artista che dominano medium e materia, ecco le tramature di acqua, colore e fibre della carta, ecco il ritmo del vedere, possibile soltanto se esiste il ritmo nel progetto, il ritmo dell’esecuzione.