Sugli scogli 14. Il curioso

di Nello De Pascalis

       Per tenermi lontano dalla litoranea e dai soliti curiosi, avevo attraversato quel tratto di scogliera in pendio, lungo e accidentato. Ero laggiù, col mare unico interlocutore. Riponevo il pescato in un secchio di plastica, quando vidi un tizio avanzare nella mia direzione. Posai la canna e coprii il secchio con un telo di iuta. “Salute”, disse giuntomi vicino, “si pesca?”. Ed io di rimando: “Sono appena arrivato”. Buttai esca in mare facendogli capire che iniziavo in quel momento il ‘richiamo’.

       Si è sempre detto che il diavolo fa le pentole e non i coperchi; infatti, dal secchio si propagava un tutù-tutù inequivocabile. Il curioso mi guardò senza proferire una parola, poi risalì la scogliera.

       Dopo qualche giorno, l’amico Roberto mi fa: “Il tal dei tali mi ha chiesto se sei sempre così scorbutico sul mare; ti manda a dire che il tutù-tutù del tuo pescato l’ha percepito chiaro e limpido”. Tanti saluti.

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