di Ferdinando Boero
Ho scaricato Chat GPT, la versione gratuita di base. L’ho usata per tradurre in italiano alcune frasi in inglese e in francese. I risultati sono stati molto soddifacenti. Niente a che vedere con le prime versioni di Google Translate con cui, molti anni fa, provai per tradurre in italiano l’introduzione de L’Origine delle Specie, che inizia con When. Copiai il testo dal pdf e lo incollai nello spazio dove inserire la frase da tradurre. La W di When era scritta in maiuscoletto e con un font diverso dal resto della parola. La traduzione fu: Viva le galline. W fu tradotto con Viva e hen, in effetti, sono proprio le galline. Ho provato a dare la stessa frase a Chat GPT e il tranello non ha funzionato.
Confortato, ho fatto domande su questioni che devo approfondire per un articolo scientifico che sto scrivendo. Devo dire che gran parte delle risposte è corretta. Ho anche chiesto le referenze bibliografiche per quel che mi stava rispondendo, e me le ha date.
Qualcosa di errato, comunque, c’era. Sottili dettagli che, però, non possono finire in un articolo scientifico, pena una magra figura con i revisori dell’articolo. Insomma, è da prendere con le pinze. Dopo qualche giorno, preso anche da inguaribile narcisismo, gli ho chiesto di parlarmi di me. Ed ecco il risultato: