di Nello De Pascalis
Si erano appena diradate le ombre della notte quando partimmo per Castro. C’era anche il piccolo Nevio, tirato giù dal letto a fatica. A luce fatta, eravamo sullo spiazzo antistante la scaletta che porta verso la grotta della Zinzulusa. Un mattino luminoso come non mai ci permetteva di andare oltre il mare e ‘toccare’ le coste albanesi. Scendemmo sul piccolo pianoro a ridosso della scogliera a picco, e da lì cominciai a buttare malote e pulici in mare, allo scopo di far avvicinare il pesce. Sul più bello, da sopra, un tizio cominciò ad inveire contro di me; poi scese furibondo con l’intento di buttarmi in mare. Continuavo a non capire. L’energumeno cominciò a porsi in modo più mite solo quando adocchiò, tra le mie cose da pesca, una pistola in plastica che sembrava vera. “Qual è il problema?”, gli chiesi con voce volutamente alterata. “Ho la piscina piena di alghe e di malote; da stamane che mi danno l’anima a cambiarne l’acqua, ma continuamente la pompa mi manda su quelle schifezze”.
Fu spiegato l’arcano: era il guardiano della piscina di sopra, che aveva il compito di svuotarla e riempirla d’acqua marina tutti i giorni, attraverso una conduttura che la collegava al mare.