di Antonio Devicienti
«Non mi bastava la luce nera del Merisi, dovevo contendere alla
notte il silenzio foderato
di melancolia, ascoltare voci parlarmi da belliche distanze – e non è detto che
la guerra non duri anche dopo.
Non volevo specchi per guardarmi, né balocchi per consolarmi: se
laceri il velo del mondo
sconti quel sangue che fiotta e non hai scampo.
L’insegna al neon d’una trattoria è sole di mezzanotte se Roma
sta,sospesa tra inverno tardo e l’ultima canzone di Tenco.
Non mi bastava il rosso-corallo di Rothko campito sulle banderuole segnavento
del sonno, dovevo slanciarmi in un volo e il retrobottega fabbricare un grido
solo» (Roma, Via del Corallo 25).