b) Gli esiti, già sperimentati, non sono del tutto incoraggianti. Il Governo pare non tener conto dell’evidenza che certifica che l’occupazione non aumenta significativamente con la detassazione. In particolare, INPS rileva da anni che pochi contratti attivati con agevolazioni fiscali per l’occupazione giovanile hanno riguardato nuove assunzioni e che il modesto impatto sull’occupazione non si è tradotto in aumento delle retribuzioni. Il recente aumento del tasso di occupazione è principalmente imputabile all’espansione del settore delle costruzioni (a seguito degli incentivi erogati negli anni passati, che il Governo critica) e del turismo;
c) Vengono soltanto posticipati i problemi con la Commissione Europea. La normativa sugli aiuti di Stato sarà meno flessibile: le agevolazioni fiscali fin qui realizzate si sono rese possibili, infatti, in virtù dell’emergenza Covid (“Temporary Framework Covid19”).
Due ulteriori questioni meritano di essere poste. In primo luogo, il principale problema del mercato del lavoro nelle regioni meridionali riguarda soprattutto la bassa qualità dell’occupazione, nella forma della elevata precarizzazione, del lavoro povero, del lavoro nero: problema sul quale le agevolazioni fiscali del Governo non agiscono e che richiederebbe un intervento sulla struttura produttiva e sulla specializzazione produttiva del Mezzogiorno del tutto assente negli orientamenti di questo Esecutivo. In secondo luogo, Distaso ritiene che non si dovrebbero pretendere subito risultati che i precedenti Governi non hanno conseguito. Occorre, però, chiedersi se la direzione intrapresa, a diciannove mesi dall’insediamento del Governo, sia migliorativa o peggiorativa rispetto al recente passato per quanto attiene ai trasferimenti di risorse al Sud in materia di lavoro. Le scelte precedenti non fronteggiavano le ristrettezze di bilancio nelle quali il Governo Meloni si imbatte: ristrettezze che esso stesso ha contribuito a infliggersi (avendo approvato, a dicembre scorso, il nuovo Patto di Stabilità, con il corollario di dover intraprendere ulteriori misure di riduzione della spesa pubblica).
L’abolizione di Decontribuzione Sud non è una buona notizia in quanto fa venire meno uno strumento che, per quanto criticabile alla luce dei punti qui richiamati, ha contribuito comunque all’attivazione di oltre il 60% dei contratti agevolati nel periodo considerato, come certificato nel Rapporto INPS del 2023.
“La Gazzetta del Mezzogiorno”, 11 maggio 2024]