di Antonio Mele / Melanton
Chi non ha mai giocato al “Gratta-e-Vinci”, alzi la mano.
Chi ha sempre giocato – a questo come ad altri consimili e tentacolari giochetti –, le alzi tutt’e due! È in arresto!
In arresto dal gioco, naturalmente. O meglio: dalla pericolosa dipendenza del gioco, che nella nostra ludica Penisoletta continua ormai a mietere ‘vittime’ di ogni età, censo, professione, sesso (in maggioranza femminile e oltre i 65 anni, per quanto riguarda proprio i diabolici tagliandini del “gratta-e-vinci”), incidendo profondamente sia sulle tasche delle persone più turbate e intossicate da molto effimeri sogni di arricchimento rapido e facile, sia sulla loro serenità, libertà e psiche.
Nella nostra ludica ma più controllata Penisoletta di un tempo esistevano soltanto quattro Casinò autorizzati (a Saint Vincent, Sanremo, Campione d’Italia, e Venezia), nei quali era possibile avventurarsi per cogliere il brivido della roulette e dei vari giochi d’azzardo con le carte, altrove vietatissimo: nei vari circoli cittadini, sportivi, culturali, come nelle case private, benché qualche bisca clandestina sorgesse sempre da qualche parte.