Sugli scogli 12. Una persona corretta

di Nello De Pascalis

          Non lo conoscevo di persona, ma ne avevo sentito parlare. Correva voce che pescasse occhiate di fronte al suo bar, in Santa Caterina di Nardò. Esagerando, qualcuno diceva che lo facesse da sopra il muretto che delimita il marciapiede, tenendo d’occhio il bar aperto. Ero stato informato del tipo di macchina che possedeva (una Renault 5, carta di zucchero), e tutte le volte che mi trovavo in zona cercavo di adocchiarla. La sua ‘fama’ era arrivata anche a Soleto, da Ernesto, che all’epoca vendeva esca e articoli sportivi.

          Un pomeriggio di settembre ero allu Vasciu e, dopo tante sfide andate a male, avevo imbroccato una corrente propizia: s’afferravano occhiate una dopo l’altra, di piccola pezzatura ma buone da friggere. Ogni tanto giravo lo sguardo verso la macchina parcheggiata sulla piazzuola. Nessuno s’era visto da quelle parti o sceso verso di me a curiosare. Ero intento a pescare in totale solitudine, quando una macchina, Renault 5, carta di zucchero appunto, s’accostò alla mia. Scese un uomo vestito normale, di bassa statura; cominciò ad osservarmi e questo m’infastidì non poco, anche se la distanza era ragguardevole. Poi si mosse, prendendo a destra verso la Dannata; uscì dal mio cono visivo, ma presto riapparve e questa volta puntò decisamente verso di me. “Salute”, disse appena giuntomi vicino, “vedo che ti stai divertendo”; fece un paio di passi e… “Pippi Filoni, piacere”. Conobbi in questo modo il pescatore di occhiate, la cui fama aveva varcato i confini della marina. Seguì una pausa in cui nessuno dei due disse una parola; poi, con fare garbato, gentile e garbato, mi chiese di poter “scendere gli attrezzi” e mettersi al mio fianco. Le furbissime occhiate vanno pescate stando da soli, ma dinanzi a quel fare educato e corretto non potetti che dirgli di sì. Risalì la scogliera, poi scese con una busta d’esca e una sola canna: l’essenziale. Continuammo a pescare entrambi sino a quando la luce non andò a morire. Nel cesto contai novantadue occhiate.

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