di Antonio Errico
Ci sono quelli che scrutano l’orizzonte e quelli che concentrano lo sguardo sulle proprie scarpe. Quelli che aprono le strade e quelli che le percorrono mettendo i piedi sulle impronte lasciate dagli altri.
Ci sono quelli che hanno un pensiero nuovo e quelli che hanno un vecchio pensiero. Quelli che cercano formule diverse e quelli che usano le solite formule. Quelli che scoprono significati nuovi e quelli che rimasticano significati consumati.
Quelli che si accontentano della solita minestra, che guardano sempre dalla solita finestra, che non osano storie nuove, parole nuove, metodi nuovi, che non leggono libri nuovi, non si incuriosiscono di teorie nuove, che per anni dicono e ridicono le stesse cose, leggono e rileggono lo stesso testo, formulano e riformulano lo stesso problema, applicano e riapplicano lo stesso procedimento, adottano e riadottano la stessa soluzione. Quelli che rinnovano le conoscenze e quelli che riusano vecchi quaderni. Quelli che vedono che il mondo cambia ogni istante e quelli che pensano che non cambi mai. Quelli che fanno ricerca e quelli che non ricercano proprio niente.
Ci sono quelli che sperimentano e quelli che si negano a ogni sperimentazione. Quelli che fanno come Cristoforo Colombo e quelli che se ne stanno con i piedi nell’acqua del secchiello.
Ma è stato Cristoforo Colombo a scoprire il Nuovo Mondo. Quegli altri se ne stavano nel loro piccolo mondo antico, e lì sono rimasti.