di Giuseppe Spedicato
Nei lavori preliminari alla mia pubblicazione, La maledizione della violenza – Se vogliamo la pace dobbiamo osteggiare le condizioni che la impediscono (Youcanprint, 2022), vi sono i testi di Angelo Del Boca sul colonialismo italiano, in particolare sul terribile esercizio della violenza dell’Italia fascista ai danni di popolazioni che non si erano rese colpevoli di alcun atto ostile contro il nostro Paese. Decisi poi, forse sbagliando, di non riportare le vicende di questa epoca. Decido ora di farne qualche cenno perché siamo in un’epoca dove si vuole dimenticare o, peggio ancora, riscrivere la storia del ventennio fascista, le vicende della Resistenza e trascurare del tutto le nostre vicissitudini coloniali. Si vuole cancellare la memoria storica dell’era coloniale e ciò avviene senza particolari difficoltà perché è una storia che interessa poco anche agli antifascisti.
Tale cancellazione storica è resa possibile anche perché, come scrive Angelo Del Boca, per molti anni, dopo la seconda guerra mondiale, il solo libro che circolava in Italia sulla nostra nefasta avventura coloniale, era Storia coloniale dell’Italia contemporanea. Da Assab all’Impero, di Raffaele Ciasca, pubblicato nel 1938. Ciasca fu “Senatore nel 1948 e nel 1953 per la Democrazia cristiana, socio nazionale dei Lincei, presidente dell’Istituto italiano per la storia moderna e contemporanea, impose il proprio libro nelle università”[1]. Quindi, per molti anni gli italiani che studiavano quest’epoca, avevano soprattutto questo testo come riferimento, che offriva “una visione deformata e agiografica della presenza italiana in Africa”. Quindi anche nelle università italiane non si approfondiva ciò che era avvenuto nelle nostre colonie durante l’era fascista, ma piuttosto si coprivano i misfatti, le pagine più oscure. Se ne dava un’interpretazione che si fondava sullo slogan italiani brava gente. In realtà la colonizzazione fascista si caratterizzava per l’ignoranza delle culture delle popolazioni sottomesse e il disprezzo per l’africano, tanto da far affermare a Del Boca che in Etiopia si creò un regime segregazionista che successivamente fu preso come modello per creare il sistema dell’apartheid in Sud Africa. Il colonialismo fascista come modello per l’apartheid sudafricano, a proposito delle cose buone che avrebbe fatto il fascismo.