di Gianni Vergine
” Ma come diavolo fa?…” “Chi gli guida la mano, lu sciacuddhri?”
” None, quale sciacuddhri…ci sape quale santu ede, ca stè scusu inthru a ddhra matita…”.
Più o meno erano questi i toni che io, poco più che adolescente, ascoltavo durante
le riunioni del comitato di redazione de ” La Civetta “, il giornale che veniva pubblicato
in occasione del Veglione della Stampa.
A me piaceva molto mettermi in un angolo e partecipare, in assoluto silenzio,
a quelle serate in cui, oltre che del Veglione, si metteva a punto l’organizzazione
della Civetta, pubblicazione iconica del Carnevale Galatinese.
Ero reduce da qualche disegno fatto per i giornali d’istituto, alle Scuole Medie e al Liceo, niente di importante, sia ben chiaro, e il vedermi al cospetto di “professionisti”, di quelli che “sapevano fare” un giornale, bbeh, mi faceva sentire un privilegiato.