di Mario Spedicato
Riassunto. Otranto e Lepanto sono due luoghi iconici della presenza ottomana nel Mediterraneo, che segnano le vicende legate alla minaccia islamica, che si materializza nel 1480 con il sacco della città salentina, e, a distanza di quasi un secolo (1571), si neutralizza a Lepanto con la vittoria della Lega Santa guidata da don Giovanni d’Austria. In questo lungo arco di tempo si situa la politica estera di Carlo V, tesa a contenere il pericolo turco con la protezione dei confini orientali dell’impero spagnolo, quelli, come Terra d’Otranto, più esposti alle incursioni delle bande di corsari alle dipendenze del Sultano.
Carlo V sin dai primi anni in cui è posto al comando dell’impero concentra le sue attenzioni di governo sul pericolo turco nel Mediterraneo. Diventa un obiettivo prioritario quello di contenere la minaccia islamica, considerata dopo la cacciata degli arabi di Granada nel 1492 e, prima ancora, del sacco turco di Otranto nel 1480, una vera ossessione e tale da segnare per lungo tempo la politica estera spagnola. Nei programmi del nuovo sovrano spagnolo le scelte si riducono essenzialmente ai due maggiori fronti operativi aperti dall’espansionismo ottomano: il primo obiettivo resta quello di contrastarli duramente nel Mediterraneo meridionale, in prossimità delle coste africane, dove avevano collocato le loro basi strategiche più importanti per colpire la Spagna e tentare di riprendersi l’Andalusia; il secondo si materializza essenzialmente sui confini orientali dell’impero, il più esposto alle incursioni piratesche, soprattutto dopo l’occupazione nel 1478 dell’Albania e di larga parte delle isole dell’Egeo, prima sotto il diretto controllo della Serenissima[1]. In questa parte del Mediterraneo l’imperatore avvia un’azione di prevenzione che mira ad ampliare e a consolidare la difesa del territorio con una catena di torri costiere di avvistamento, capaci di prevenire e porre in atto ad una resistenza efficace alla forza d’urto delle frequenti scorrerie marittime dei Turchi soprattutto sui litorali pugliesi e calabri. In questo contesto operativo Otranto resta la città-martire che ispira e sorregge le decisioni di Carlo V, impressionato dall’eccidio perpetrato nel 1480 dai Turchi e pronto a riscattare gli otrantini sterminati dall’offesa patita[2].