Parole, parole, parole 15. Cellulari: vecchio e nuovo possono convivere

Ancora più temibili sono le negatività intellettuali, che incidono sui processi linguistici coinvolgendo studenti anche giovanissimi. Tocco un solo argomento. Da anni gli insegnanti della scuola primaria e media segnalano la crescente difficoltà dei loro allievi a scrivere manualmente. Nei testi redatti a mano i caratteri appaiono incerti e disallineati, con parole mal disposte sul rigo, con i tratti delle singole lettere a volte difficili da decifrare, con vacillanti legamenti tra una lettera e l’altra, con incongrui miscugli di stili e di caratteri nelle stesse parole o nella stessa sequenza di parole: corsivo e stampatello, maiuscolo e minuscolo. Non vale solo per i bambini delle elementari o al massimo delle medie. La difficoltà di scrivere a mano è presente in adolescenti delle scuole secondarie superiori e coinvolge in maniera preoccupante i giovani universitari. Spesso gli scritti manuali degli studenti medi e universitari rasentano l’indecifrabilità, con pensieri sconclusionati, in una forma che non rispetta gli standard minimi di coerenza e coesione.

L’aspirazione a una scrittura ordinata e ben leggibile non è un fatto estetizzante, implica l’esercizio appropriato di una conquista umana molto antica che oggi corriamo il rischio di perdere. La scrittura è stata inventata più o meno cinquemilacinquecento anni fa, quasi sicuramente in Mesopotamia, nella regione tra i fiumi Tigri ed Eufrate, territori dove si combattono da decenni conflitti sanguinosi che noi occidentali ed europei guardiamo con distacco, come se non ci riguardassero. Invenzione meravigliosa la scrittura, che permise di affidare a un supporto non effimero (argilla, superficie solida incisa, papiro, carta, ecc.) i propri pensieri e di affidarli al mondo. Superando i vincoli di tempo e di spazio della comunicazione orale, una scommessa vinta, proiezione verso il futuro.

Torniamo ai nostri giorni. La difficoltà di scrivere nitidamente ha riflessi sulla capacità di coordinare il pensiero e sulla qualità dell’espressione. Ne vengono coinvolti i fondamentali processi cognitivi della mente. A livello cerebrale esiste un legame inscindibile tra attività manuale e area del linguaggio, che si influenzano reciprocamente. La scarsa connessione neuro-cerebrale tra pensiero e manualità crea ostacoli nello sviluppo del linguaggio, parlato e scritto. La caduta investe sia la capacità di tracciare adeguatamente i caratteri sul foglio, sia quella di organizzare correttamente la sequenza di parole e le frasi necessarie per trasmettere il messaggio. E dunque. La difficoltà di scrivere nitidamente non è un fatto estrinseco poco rilevante, ha riflessi sulla attitudine a coordinare e a esprimere i propri schemi concettuali. Una resa grafica male organizzata e maldestra influenza negativamente l’organizzazione del messaggio scritto. L’abuso dei mezzi digitali può comportare una scarsa riuscita nel tracciare i segni grafici e, a cascata, l’attenuazione e talvolta la perdita, della capacità di esternare correttamente il pensiero.

La scrittura a mano non può essere sostituita dalla scrittura su tastiera, sono entrambe utili perché assolvono a funzioni diverse. Le mani sono importantissime e direttamente collegate al cervello. Va incrementato l’esercizio della manualità, che è fondamentale per lo sviluppo armonico dell’individuo. Evidenze sconosciute nella cultura comune e, quasi sempre, ignorate da coloro che operano nella scuola. Nel mondo occidentale bambini e ragazzi sono fortemente sedentarizzati (aumentano, pericolosamente, i casi di obesità incipiente); alcuni non sanno abbottonarsi i vestiti o non riescono ad allacciarsi le scarpe (sono in gran voga scarpe senza lacci, definite “a strappo” o “con strappi”; praticissime, assicura la pubblicità, e crescono le vendite delle scarpe a strappo); altri non sanno lavarsi i denti da soli; altri non riescono a fare operazioni semplici (tracciare cerchi e rettangoli con l’aiuto di compasso e di righello) o addirittura attività semplicissime (ridurre un foglio di carta in segmenti più piccoli tendenzialmente uguali). E, nello stesso tempo, mostrano carenze espressive e linguistiche.

Il recupero della scrittura a mano è fondamentale. Senza demonizzare pc, tablet e smartphone che devono affiancare, non sostituire, la modalità tradizionale di scrittura. Vecchio e nuovo possono convivere, non sono in contrasto, l’uno non esclude l’altro. Accostiamoci al nuovo senza rinunziare al vecchio, è questa la sfida.

                                                                 [“La Gazzetta del Mezzogiorno”, 19 aprile 2024]

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